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Manuale di sopravvivenza per startupper: i 17 consigli di Matteo Fago

Matteo Fago

Manuale di sopravvivenza per startupper. 17 consigli su cosa fare e non fare di un' azienda per renderla una startup di successo

Matteo Fago è un imprenditore di successo e proprietario della casa Editorialenovanta. La sua carriera inizia nel 1995, quando insieme ad altri soci, fonda una delle prime startup italiane, Venere.com, che rivoluzionò il sistema di prenotazione online degli alberghi. Il 2000 fu un anno cruciale per l’imprenditore. Il fondo Kiwi2 di Elserino Piol investe in Venere.com che ottiene moltissima visibilità. Expedia, colosso del turismo americano, valuta l’azienda 200 milioni di euro e la acquista nel 2008 . Oggi Matteo Fago, oltre ad investire in numerose startup è principalmente è un editore. Attento alle nuove tecnologie, ha fondato nel 2009, insieme a Lorenzo Fagioli, L’Asino D’Oro edizioni e la testata giornalistica Il Salvagente (edita da Editoriale Novanta).

Quest’anno si è lanciato in una nuova avventura e nel maggio del 2019 è uscito il suo Manuale di sopravvivenza per startupper. 17 consigli su cosa fare e soprattutto non fare nella tua azienda per renderla una startup di successo (invece di ucciderla con errori irrimediabili), edito Editorialenovanta. Questo manuale è un utile strumento che spiega agli startupper quali sono gli errori principali da evitare partendo proprio dalla sua esperienza.

Matteo Fago: l’intervista

D. Il tuo “Manuale di sopravvivenza per startupper. 17 consigli su cosa fare e soprattutto cosa non fare nella tua azienda per renderla una startup di successo” fondamentalmente è un indice di 17 consigli per non distruggere il sogno di impresa per chi fa startup. Tu come lo descriveresti in poche parole?

R. Semplicemente si tratta di consigli e buone pratiche da seguire per mettere su la propria impresa e cercare di portarla al successo. Con questo libro non volevo dare regole assolute tanto che ho deciso di inserire “le cose da non fare”, perché il più delle volte si fanno degli errori e gli errori poi si pagano. In questo libro parlo di cose che io ho vissuto avendo fatto startup io stesso e facendo l’investitore vedo spesso compiere piccoli errori che si possono evitare e questi consigli possono aiutare ad evitarli per evitare di chiudere una statup prima del tempo.

D. Prendendo come riferimento l’ecosistema delle statup italiano, cerchiamo di capire come dal punto di vista dei settori quanto impattano questi 17 consigli di cose da non fare, quanto sono universali e soprattutto verso dove si sta dirigendo questo ecosistema. Questi sono gli anni in cui le startup si sono sviluppate di più in Italia, ci sono grandi realtà che si stanno ampliando e piccole realtà che si stanno fortificando. Mi interessava sapere cosa ne pensi di queste riflessioni?

R. Io non credo che esista un settore privilegiato rispetto ad altri in cui questi consigli sono validi, sono applicabili a qualsiasi settore. In generale io parto dalla definizione di startup in quanto è molto importante chiarire che le startup sono aziende nate recentemente o aziende più grandi che hanno un’idea e provano a vedere su questa idea, costruita su un modello di business, cresce rapidamente. La crescita è la chiave di ogni startup, anche se ne esistono di mille tipi. Non tutte le startup hanno gli stessi tempi di crescita. Quando si ha una crescita impetuosa, legata al fatto che il tuo modello di business effettivamente è distruptive, cioè distrugge e ricrea una nuova idea di produzione del valore, allora possono arrivare i primi investimenti. Questa definizione, che in effetti è ovvia ma non sempre così chiara, è posta in apertura del Manuale per chiarire subito cosa sia una startup e capito questo i consigli si possono applicare a qualsiasi settore. La tecnologia gioca da padrone nel mondo delle startup, è il settore in cui questo ciclo di meccanica può avvenire più facilmente in quanto la tecnologia e la tecnologia del web può essere applicata a qualsiasi tipo di azienda che la sfrutta migliorarsi e rendere più efficiente quella che è la filiera tradizionale a cui appartiene.

Per quanto riguarda la riflessione sul periodo attuale è vero che il mondo delle startup sta vivendo un momento d’oro e di crescita. Questo dipende dal fatto che, finalmente, chi fa investimenti in Italia si è accorto che quello delle startup è un settore interessante per il fatto che punta su idee e aziende che crescono rapidamente Altra cosa che io dico nel mio libro agli startupper è che devono capire che l’investitore che mette dei soldi nella loro azienda vuole un ritorno di quell’investimento. L’azienda è interessante nella misura in cui cresce rapidamente, ha un potenziale di sviluppo molto grande e quindi un altrettanto grande potenziale di ritorno per l’investitore. Non esiste un altro modo per attirare i soldi degli investitori, non è complicato ci vogliono una crescita impetuosa e un mercato di riferimento molto grande, così gli investitori arriveranno. Ci sono tanti investitori che si sono accorti di questa cosa e in particolare in quest’ultimo anno ci sono moltissime iniziative interessanti legate al mondo delle startup e degli investitori, vedremo come andrà.

D. Posso chiedere perché hai scelto il numero 17 per l’elenco dei tuoi consigli. C’è un aneddoto dietro a questa scelta?

R. In realtà non c’è un motivo. Inizialmente erano 16 poi ho pensato ad un’altra cosa da aggiungere e sono diventati 17. Alcuni credono che il 17 porti sfortuna ma insomma è solo un caso.

D. Hai parlato di piccoli imprenditori e giovani startupper che hanno un’idea e vogliono capire come fare ad ottenere successo. Secondo me sono questi quelli che rappresentano i lettori ideali di questo tuo “manuale di sopravvivenza” per startupper. Interessa non soltanto chi ha già iniziato con la sua startup ma anche a chi vuole iniziare, confermi questa affermazione? E poi, hai un diciottesimo consiglio da dare esclusivamente a chi vuole per la prima volta entrare nel mondo delle startup?

R. Sì certamente il mio libro si rivolge anche ai nuovi startupper. Serve per comprendere tutte quelle che sono le dinamiche muovono il mondo delle startup, cosa cerca un investitore e c’è anche qualche consiglio su come avviare la propria startup. Sono cosa che io ho rielaborato testi che si trovano in rete in inglese e quindi per chi ha difficoltà con la lingua questo può essere uno strumento utile.

Per quanto riguarda il mio diciottesimo consiglio, molto interessante è considerare la motivazione dell’imprenditore. L’imprenditore deve essere motivato perché senza motivazione è meglio lasciar perdere. Se non si ottengono subito dei risultati bisogna avere la tenacia e la costanza di stringere la cinghia e cercare di trovare una soluzione. In ogni caso, la motivazione dell’imprenditore è qualcosa a lui connaturale non è qualcosa che si può acquisire con il tempo o dall’esterno. Un bravo imprenditore può essere anche una persona molto timida e riservata basta che abbia ben chiaro il risultato che vuole raggiungere.

D. Quanto c’è della tua esperienza da imprenditore nel tuo libro?

R. Nel mio libro c’è parecchio riguardo alla mia esperienza. Ho parlato di tante cose che ho visto sia dalla parte dell’investitore che da quella dell’imprenditore vero e proprio. Ci sono anche dei consigli molto ovvi però proprio nella loro semplicità sta proprio la loro forza ed efficacia. Sono delle considerazioni semplici che spesso non si fanno perché non si considerano i importanti ma che in realtà sono fondamentali. Fare un’ impresa significa avere anche molta disciplina, significa fare le cose giorno per giorno cioè avere un progetto da portare avanti. Ripetersi la frase “quando avrò i soldi farò questo o quello” non funziona, bisogna cominciare a fare subito anche quando i soldi non sono abbastanza, i soldi arrivano se si dimostra di essere capaci. Queste sono tutte cose che ho imparato e che ho capito grazie alla mia esperienza.

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