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PIL Italia, Fmi taglia le stime per il 2020. Nessuna frenata negli USA

fmi fondo monetario internazionale

A pesare sulla crescita dell'Italia è soprattutto "l'incertezza sulle prospettive di bilancio", avverte il Fondo Monetario Internazionale.

Ancora un rallentamento nella già debole crescita economica dell’Italia. Il Fondo Monetario Internazionale taglia infatti le stime per il 2020, calcolando che il prodotto interno lordo del nostro paese sarà solo dello 0,8 per cento, quindi 0,1 punti percentuali in meno rispetto al più 0,9 per cento stimato in aprile. Confermata una crescita dello 0,1% nel 2019.

Economia globale modesta

Il FMI spiega che “in Italia l’incertezza sulle prospettive di bilancio resta simile a quella riscontrata” nel World economic outlook precedente, e ciò di conseguenza crea “un impatto sugli investimenti e la domanda interna”.

Questi dati devono comunque essere letti in un quadro di crescita globale che resta “modesta”. Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato infatti di uno 0,1 punti percentuali anche il PIL mondiale per quest’anno e per il prossimo, pari ad un 3,2 per cento nel 2019 e ad un 3,5 per cento nel 2020.

Gli economisti dell’istituto di Washington temono infatti che “l’inasprirsi delle tensioni commerciali e sulla tecnologia intacchino la fiducia e rallentino gli investimenti”. Sotto la lente del FMI anche le “pressioni deflazionistiche” poiché queste rischiano di appesantire “il servizio del debito” e “ridurre lo spazio di azione della politica monetaria”.

Stati Uniti ancora in crescita

Pesa ovviamente in questo scenario anche la Brexit e le crescenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente, che stanno spingendo verso l’alto i prezzi dell’energia. Gli Stati Uniti però non sembrano affatto risentire di questa guerra commerciale, tanto che l’economia statunitense potrebbe chiudere il 2019 con un PIL al 2,6 per cento, una stima di 0,3 punti percentuali superiore a quella rilasciata dal FMI in primavera.

La crescita nell’area dell’euro rimarrebbe invece all’1,3 per cento nel 2019 e all’1,6 per cento nel 2020, con una frenata del PIL della Germania pari allo 0,1 per cento (attestandosi quindi allo 0,7 per cento).