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Alitalia, nuova frenata: Mef rinvia la decisione

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Alitalia, situazione resta in stallo. Le parti chiedono nuove trattative: termine rimandato al 31 ottobre

La situazione del salvataggio di Alitalia si complica nuovamente e a tirare il freno è proprio il Tesoro, poco prima del passaggio di consegne tra Giovanni Tria e il suo successore. “Con riferimento all’operazione del Mef, che è il presupposto alla firma del contratto – scrive l’amministratore delegato di Fs -, a seguito di alcuni recenti incontri/interlocuzioni, il Mef ha in via formale manifestato il proposito di formalizzare il coinvolgimento subito dopo l’eventuale sottoscrizione del contratto“. La lettera è stata inviata al Mise, ai commissari e a Rotschild e spiega una delle principali ragioni per le quali si è arrivati alla decisione di proroga dal 15 settembre al 31 ottobre.

Alitalia, la situazione

Secondo le previsioni, Fs e Atlantia dovrebbero sottoscrivere una quota del 35% a testa. Sarebbe stato però chiesto a Delta di aumentare la partecipazione del 10% ad almeno il 15%, con il Tesoro che dovrebbe convertire in capitale gli interessi del prestito ponte. A complicare la situazione, però, c’è il fatto che il dossier relativo ad Atlantia non è ancora stato esaminato dal nuovo esecutivo che potrebbe anche dare una diversa impostazione della presenza statale nella cordata. Anche durante il mese di agosto, Fs e Atlantia hanno lavorato sodo sul caso Alitalia, ma i tempi per rifinire il piano industriale si sono dilatati. Il 5 settembre, quindi, Atlantia, in una lettera a Ferrovie dello Stato ha evidenziato “l’esigenza di approfondire la negoziazione dei temi ancora aperti ritenendo a tal fine necessario un ulteriore periodo di trattative almeno fino alla fine del mese di ottobre“.

Termine fissato il 31 ottobre

Considerando che la prima offerta presentata da Fs risale al 31 ottobre 2018, la sesta proroga potrebbe coincidere proprio a un anno dall’inizio delle trattative. Nella sua lettera, tuttavia l’amministratore delegato di Fs ci tiene a specificare di non assumersi la responsabilità gestionale e finanziaria sui rami dell’azienda “che resta in capo ai commissari”, sottolineando poi che “l’eventuale ricollocazione dei possibili esuberi connessi all’operazione non è in alcun modo di competenza di Newco o dei suoi potenziali soci ma dovrà essere gestita dalle istituzioni e dalla procedura mediante strumenti di mitigazione sociale“. Le ipotesi di far assorbire a Fs una parte del persone in eccedenza, dunque, non possono più essere prese in considerazione, e il governo dovrà organizzarsi con ammortizzatori sociali da negoziare con i sindacati.