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Manovra economica, per il 2020 il governo prevede un deficit al 2,1%

Conte sui migranti

Nella manovra economica per il 2020 il deficit potrebbe assestarsi al 2,1%. Una mossa che potrebbe costringere il governo a ritoccare le aliquote Iva.

Inizia a delinearsi la manovra economica che verrà varata dall’Italia per il 2020, nella quali l’ipotesi di deficit potrebbe assestarsi sul 2,1% anche se le speranze del governo erano per un 2,2/2,3%. In questi giorni il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è a colloquio con il Premier Giuseppe Conte anche in merito alla questione dei negoziati con l’Unione Europea. L’obiettivo iniziale del governo era infatti quello di ottenere un margine di flessibilità di circa 10/12 miliardi di Euro.

Manovra economica, deficit al 2,1%

Nel caso dovesse invece mantenersi un deficit al 2,1%, l’esecutivo sarebbe già pronto a racimolare il denaro necessario ritoccando le aliquote Iva o tramite una stretta sugli sconti fiscali. Allo stesso tempo però, il segretario del Pd Nicola Zingaretti auspica una legge di bilancio che possa rimediare a quelli che a suo dire sono stati i danni del precedente governo: “Ricostruire fiducia nel Paese. Aprire una nuova stagione di sviluppo per offrire opportunità alle imprese e dare soldi e lavoro a chi non ne ha, o non ne ha a sufficienza. Con la prossima legge di bilancio bisognerà pagare i debiti fatti da Salvini e iniziare a costruire l’Italia del futuro”.

Zingaretti chiede inoltre che vengano inclusi incentivi per le piccole imprese, per gli artigiani e soprattutto per la green economy, per la quale il segretario Dem chiede un investimento di 50 miliardi di Euro: “Un’Italia più verde: nella prossima legge di bilancio bisognerà dare segnali forti. La tutela ambientale dovrà entrare nei principi costituzionali, a garanzia di un impegno totale del Paese per cambiare davvero. Vogliamo stanziare 50 miliardi di Euro per i prossimi 15 anni per investimenti nell’economia verde, per favorire la riqualificazione energetica e sismica degli edifici pubblici e privati, la mobilità sostenibile e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili”.

Il parere di Confcommercio

Sulla futura manovra appare invece dubbiosa Confcommercio, per la quale rimane necessario un abbassamento delle tasse nei confronti dei contribuenti in regola, secondo il principio del pagare tutti per pagare meno: “L’economia del nostro Paese è ormai da tempo sostanzialmente in una condizione di crescita zero e richiede una riduzione netta della pressione fiscale complessiva. Sarebbero dunque errate tanto scelte di incremento delle aliquote IVA con un impatto economico certamente recessivo, quanto operazioni di scambio compensativo tra più imposte indirette e meno imposte dirette con un impatto fiscalmente regressivo. La diffusione della moneta elettronica va sicuramente perseguita attraverso la riduzione di costi e commissioni e può essere incentivata attraverso stimoli fiscali a vantaggio di consumatori ed imprese senza la necessità di fare ricorso ad indiscriminate tasse sul contante”.