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Auto aziendali, bocciata la manovra delle ipocrisie

manovra auto aziendali

Rinviata al 2021 la manovra auto aziendali che avrebbe tassato l'importante benefit per i lavoratori.

Dietrofront da parte del governo nei confronti della manovra che triplicava l’imposizione fiscale su tutte le auto aziendali per uso promiscuo. Una mossa che ha avuto un grande impatto mediatico: è stato infatti visto come un tentennamento da parte di una coalizione che fatica ad avere l’appoggio del popolo. Una proposta che non è stata compresa davvero dalla maggior parte degli Italiani. In molti hanno pensato, estraniandosi dal problema, che fosse rivolta solamente alle auto di lusso, al benefit raro dell’auto aziendale vista come berlina di rappresentanza. La seconda realtà è che il provvedimento è stato concepito per scoraggiare la formazione di flotte aziendali con auto inquinanti.

L’ipocrisia del caso arriva dati alla mano e ve lo spiego anche con un’esempio. Una Fiat Panda da 15.000 euro avrebbe avuto una tassazione maggiore di un suv di lusso da più di 50.000 euro. Lo scenario alquanto bizzarro è un paese che cerca di promuovere la riduzione dell’inquinamento tassando le piccole e medie imprese al posto di fornire alternative, incentivi e migliorare l’ecosistema ecologico delle auto elettriche e ibride.

Manovra auto aziendali: cosa dice

Il testo è inserito in un piccolo paragrafo della nuova legge di bilancio. La tassazione in Italia attualmente è del 30% per tutte le auto aziendali. La proposta espone invece 3 diversi segmenti di ricarico che aumentano progressivamente rispetto alla classe ambientale del veicolo che si analizza. Non ci sono quindi meccanismi di calcolo in base al valore del veicolo, come in molti pensano, ma semplicemente in base all’inquinamento e alle emissioni ambientali.

Un’auto di lusso che costa più di 50/100.000 euro può avere tassazione minore di un’utilitaria da meno di 20.000 euro.

Vediamo quindi caso per caso l’incremento della tassa, che nel peggiore dei casi triplica fino al 100% del valore iniziale.

Auto elettriche e ibride

Se la manovra auto aziendali avesse avuto operatività fin da subito le elettriche e le ibride sarebbero state le più fortunate. Su queste vetture infatti l’aggravamento fiscale sarebbe stato nullo rimanendo all’attuale 30%. Un’arma a doppio taglio questa che avrebbe colpito le piccole e medie aziende con fondi contenuti per i benefit. Attualmente una vettura elettrica in Italia non parte da meno di 35/40.ooo euro e un’ibrida da 25.000 euro. Cifre onerose per una flotta che deve mantenersi su cifre economiche. L’obbiettivo sì è quello di indirizzarsi verso un futuro green, ma se l’economia fatica sarà difficile fare questa evoluzione.

manovra auto aziendali elettriche e ibride

Auto con emissioni basse CO2

La seconda categoria di veicoli racchiude la minor parte delle auto attualmente in produzione e utilizzo come auto aziendali. Parliamo infatti di tutte quelle che come emissioni registrano meno di 160g/km di CO2. Tra queste ritroviamo le auto di lusso con sistemi di scarico evoluti e migliorati grazie alle componenti più costose. In questa categoria infatti abbiamo marchi blasonati come: Land Rover, Maserati, Audi, BMW, Mercedes… La sensazione di presa in giro quindi è forte, considerando che queste vetture sono destinate ad azienda già solide con politiche di benefit aumentante in base al fatturato.

manovra auto aziendali meno inquinanti

Tutte le altre auto aziendali

Sarebbe bello poter dire, come nella macchinina nell’infografica proposta, che in questo segmento ritroviamo solamente auto sportive ma la realtà è ben diversa. Dentro ritroviamo la top ten delle vetture utilizzate come auto dei lavoratori, apprezzate per: costi bassi di gestione, affidabilità e prezzi leasing concorrenziali. Quelle che muovono l’Italia tutti i giorni, che mandano avanti le aziende e che aiutano a fare crescere le imprese.

  1. Fiat Panda
  2. Renault Clio
  3. Lancia Ypsilon
  4. Fiat 500X
  5. Jeep Renegade
  6. Fiat Tipo
  7. Fiat 500
  8. Nissan Quashqai
  9. Peugeot 3008
  10. Volkswagen Golf

manovra auto aziendali 2021

Una scelta che sembra corretta considerando solo le emissioni dei veicoli ma che rivela un’ipocrisia di fondo nella scelta dei segmenti da penalizzare. Le continue promesse politiche che garantirebbero facilitazioni per la ripresa economica sono ammazzate da una legge che penalizza gli stessi mezzi che sono utilizzati per fare ciò tutti i giorni. Il lavoratore comune perde un benefit che non è solo “la macchina aziendale” ma uno strumento fondamentale per sviluppare l’azienda stessa.

Esempio di cambio tassazione

Qualcuno ancora ragiona e prova a far ragionare gli altri. Parliamo di ANASIA (Associazione Nazionale dell’Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici), che dichiara dei dati preoccupanti con un semplice esempio. Nel 2019 l’auto aziendale più richiesta è stata la Fiat Tipo 1.4 benzina da 95 cv, un modello che inoltre è utilizzato anche dalle forze di polizia in borghese (quindi promiscue). Ha calcolato quale sarebbe stato l’aumento con la manovra auto aziendali se fosse già in vigore.

fiat tipo manovra auto aziendale

Un aumento considerevole che ridurrebbe forzatamente lo stipendio netto di chi accede all’auto aziendale. La Tipo non è una vettura di lusso, non è una vettura altamente inquinante e non viene neanche inclusa nella riforma sulla eco-tassa.

Costo per km Fringe benefit attuale Irpef sostenuta dal dipendente Fringe benefit proposto (60%) Nuova irpef sostenuta dal dipendente (euro) Aumento irpef (euro) Totale costi (euro)
0,4485 2.018 767 4.036 1.534 768 5.570

Inoltre la Fiat Tipo, 500X, 500, Panda e la Lancia Y (auto nella top 10 di quelle richieste come aziendali) sono prodotte in Italia. Un’altro modo per spostare l’attenzione dei clienti verso alternative estere, magari che truccano le emissioni come il vecchio scandalo Diesel Gate?

Tutto fermo fino al 2021

E’ una speranza più che una certezza nella riformulazione di questa postilla. La legge di bilancio è stata depositata con queste condizioni ma assicurano che non saranno applicate da subito.

Entrata in vigore rimandata di mesi, anni, forse fino al 2021.

Più che una rettifica la speranza c’è l’occasione da parte del governo di fare qualcosa di concreto nei confronti dell’infrastruttura automobilistica elettrica e ibrida. Prima di aumentare le tasse per chi inquina per necessità bisognerebbe dare finanziamenti, incentivi e servizi reali a chi si propone nel mondo delle EV per cambiare il sistema.