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Ilva, Conte respinge il piano esuberi di ArcelorMittal

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In merito alla vicenda Ilva, ArcelorMittal ha presentato il piano industriale per i prossimi quattro anni che prevede 4.700 esuberi entro il 2023.

Il colosso industriale ArcelorMittal ha reso nota l’entità del piano di esuberi previsto per il polo siderurgico dell’ex Ilva di Taranto, che secondo quanto riferito dall’amministratrice delegata italiana Lucia Morselli ammonterebbero a 4.700 posti di lavoro; da tagliare entro il 2023. Di questi, 2.900 verranno attuati già nel 2020 con un organico totale dell’acciaieria che nel giro dei prossimi quattro anni passerebbe da 10.789 dipendenti a 6.098. Un piano che è stato accolto sfavorevolmente dalle principali sigle sindacali.

Conte: “Respingiamo il piano”

È arrivata la risposta del premier Giuseppe Conte al piano esuberi di ArcelorMittal. Il presidente del Consiglio ha respinto la proposta, definendola “molto simile a quella originaria, non va assolutamente bene. Lavoreremo agli obiettivi che ci siamo prefissati col signor Mittal, e che il signor Mittal si è impegnato personalmente con me a raggiungere. Ci riusciremo“.

Ilva, il piano esuberi di ArcelorMittal

La notizia del piano di esuberi è stata divulgata durante il tavolo con il Ministero dello Sviluppo Economico svoltosi nella giornata del 4 dicembre, durante il quale ArcelorMittal ha anche annunciato la volontà di aumentare i volumi di produzione dell’impianto, i quali dalle attuali 4,5 milioni di tonnellate di acciaio aumenterebbero a 6 milioni nel 2021.

Nel piano industriale 2020-2024 è inoltre previsto lo spegnimento dell’altoforno Afo2 con la contemporanea messa in opera del forno elettrico ad arco Eaf a partire dal 2023 e il mantenimento della sola linea di produzione D. Secondo quanto dichiarato dalla stessa azienda, il nuovo forno Eaf sarà caratterizzato da una soluzione ibrida che potrà permettere di produrre un acciaio di qualità migliore rispetto a quello odierno. Con lo stop all’altoforno Afo2 invece, la copertura dei parchi minerali (che ogni anno sollevano verso la città 700 tonnellate di polveri di ferro e carbone) sarà solo di 500 metri anziché 700 come previsto inizialmente.

Il no dei sindacati

A commentare negativamente l’annuncio di ArcelorMittal sono i sindacati, che hanno descritto come irricevibile il piano di esuberi presentato dal colosso franco-indiano. La segretario generale della Cisl Anna Maria Furlan ha infatti dichiarato: “Non ci sono condizioni per aprire confronto per un accordo. Si deve ripartire dall’accordo di un anno fa, con i livelli occupazionali e investimenti indicati dal piano del 2018”.

Più positivo invece il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, che a margine del tavolo di confronto non nega tuttavia le difficoltà che attendono Ilva nel prossimo futuro: “La è strada è stretta e in salita. L’obiettivo sta nel garantire la continuità produttiva. È necessario un confronto costruttivo onesto che sia sviluppato nel tempo, parallelamente alle previsioni sul piano industriale ed a tutto quello che stiamo cercando di fare”.