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Evasione fiscale, 16 stati Ue pubblicano liste evasori: e in Italia?

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In 16 Paesi dell'Ue l'evasione fiscale viene combattuta anche rendendo pubblici i nomi degli evasori, perché in Italia non esiste una norma simile?

All’indomani delle parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha definito indecente la diffusa pratica dell’evasione fiscale in Italia, ritorna alla ribalta proprio uno dei temi più spinosi in merito alla lotta al suddetto fenomeno: cioè la pubblicazione degli elenchi con i nomi degli evasori fiscali. Una pratica ampiamente diffusa in 16 paesi dell’Unione Europea ma che in Italia non ha mai trovato appoggio da parte dei cittadini, i quali la vedono anzi come un’indebita intromissione dello Stato nella propria sfera privata.

Evasione fiscale: elenchi pubblici in Italia?

La questione dell’eventuale violazione della privacy non sembra però essere importante per numerosi paesi del mondo, per la maggior parte del nord Europa, che applicano il cosiddetto principio del “name and shame“; rendendo quindi pubblico il nome dell’evasore fiscale in modo che i cittadini possano sapere chi nel Paese non sta contribuendo con le proprie tasse al benessere collettivo.

Delle vere e proprie liste della vergogna che vengono periodicamente pubblicate su internet dai siti delle agenzie delle entrate e dei ministeri del Tesoro di 16 Paesi dell’Ue, di 23 stati degli Usa ma anche da alcune nazioni africane come la Nigeria e l’Uganda. A questa pratica si aggiunge anche quella meno diffusa della pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi di tutti i contribuenti, attualmente in vigore solo in Finlandia, Svezia, Norvegia, Islanda e Pakistan.

Anche in Italia tuttavia una norma del genere fu in vigore nell’aprile del 2008, quando l’allora governo Prodi autorizzò la pubblicazione dei redditi dei cittadini sul web. In quel caso però, l’immediato putiferio che si scateno in nome della violata privacy dei cittadini costrinse il ministero dell’Economia ad oscurare dai propri siti gli elenchi dei contribuenti italiani.

Il commento dell’ex ministro Visco

In merito alla pubblicazione degli elenchi degli evasori fiscali attuata da alcuni Paesi europei, l’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco appare molto critico citando il caso dell’Irlanda. Dublino infatti è divenuta celebre negli ultimi decenni per offrire condizioni vantaggiose alle aziende e alle multinazionali che decidono di insediarsi nel Paese: “Non è una cosa seria, è solo uno specchietto per le allodole. A esempio l’Irlanda sa benissimo che le multinazionali scelgano il Paese come sede legale per non pagare le tasse e si dovrebbe quindi occupare più di questo, solo che quello [la presenza di multinazionali ndr] le fa comodo e quindi se la prende con i propri contribuenti. È la tipica dissociazione dei paradisi fiscali: ponti d’oro ai non residente e condizioni normali per i residenti”.