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Pensioni: cosa cambierà dopo Quota 100

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"Quota 100 non si tocca" è l'imperativo, ma cosa cambierà a livello pensionistico nel 2020?

Negli immediati programmi politico-economici non sembrano esserci in vista modifiche di Quota 100. Questo però riaccende il dibattito relativo alle pensioni per il 2020 e per il 2021: cosa accadrà? “Aver deciso di non toccare Quota 100, allontanando lo spettro di nuovi esodati, non ha risolto il problema di nuovi interventi sulle pensioni, che entreranno nell’agenda politica – ha detto il presidente dell’Inapp -. La strada migliore sarebbe progettare subito un ammorbidimento dello scalone che arriverà tra il 2021 e il 2022“.

Pensioni: il quadro attuale

Sarebbe il caso – ha detto Stefano Sacchi – che la politica cominciasse a pensare a come riorganizzare l’intero sistema pensionistico visto che Quota 100 comunque terminerà nel 2021. Non sarebbe sbagliata – suggeriscono – una legge delega per il riordino del sistema pensionistico con una discussione aperta in Parlamento“. Ciò che viene messo in discussione dall’Inapp, in particolare, è l’equità delle pensioni: “Rischiano che non siano eque e adeguate vista la diffusione del lavoro discontinuo e povero. Un sistema moderno dovrebbe essere flessibile anche nell’uscita“.

Cosa cambierà nel 2020?

Il governo pronto ad aprire da gennaio tavoli con i sindacati per una riforma generale delle pensioni” ha detto il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo. In particolare, quello che l’esecutivo vorrebbe fare è incrementare il fondo previdenziale integrativo pubblico e assicurare così alle nuove generazioni una copertura previdenziale per il futuro. La pensione contributiva di garanzia, legata agli anni di contributi e all’età di uscita avrebbe l’obiettivo di garantire l’adeguatezza delle pensioni dei giovani lavoratori con redditi bassi e discontinui, a carico della fiscalità generale.