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Ilva, l'altoforno 2 non verrà spento: riparte il dialogo Arcelor-governo

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Il Tribunale del Riesame di Taranto ha accolto il ricorso degli amministratori straordinari dell'Ilva, bloccando così lo spegnimento dell'altoforno 2.

L’altoforno 2 dell’Ilva non sarà spento, come previsto nei mesi scorsi. È quanto annunciato dal Tribunale del Riesame, che ha accolto il ricorso dei commissari del polo siderurgico tarantino in merito alla decisione del giudice Francesco Maccagnano dello scorso 10 dicembre. In quell’occasione infatti, il giudice respinse l’istanza di proroga per l’utilizzo dell’altoforno 2, impianto che fu messo sotto sequestro nel giugno del 2015 a seguito dell’incidente sul lavoro che costò la vita all’operaio 35enne Alessandro Torricella.

Ilva: stop spegnimento altoforno 2

Con la sentenza del 7 gennaio, il Tribunale del Riesame composto dai giudici Licci, Caroli e Lotito ha dunque concesso all’attuale amministrazione straordinaria dell’Ilva la facoltà di utilizzare l’altoforno 2 con l’obbligo di adempiere alle prescrizioni per la messa a norma dell’impianto. Procedure queste che ora potranno finalmente partire grazie ad un contratto firmato con Paul Wurth per 11,5, milioni di euro.

Verrà dunque bloccata l’ultima fase dello spegnimento dell’altoforno, che avrebbe dovuto partire nella giornata dell’8 gennaio e che sarebbe stata irreversibile, con lo stop definitivo programmato per il 18 gennaio. A questo punto potrà ripartire anche la trattativa tra ArcelorMittal e il governo italiano, i quali sono attualmente impegnati nel trovare una soluzione comune per il rilancio dell’Ilva entro il prossimo 31 gennaio.

Bloccata anche la cassa integrazione

Con la decisione del Tribunale di Taranto si eviterà inoltre che possa entrare in vigore la decisione di ArcelorMittal di trasformare l’odierna cassa integrazione ordinaria per 1.273 operai in cassa integrazione straordinaria per 3.500 lavoratori dell’Ilva. Con la ripartenza dell’altoforno potranno infine andare avanti le procedure per l’automazione dell’impianto e in particolar modo del meccanismo del campo di colata, al fine di scongiurare tragedie come quella di Alessandro Torricella, ucciso proprio da una fiammata che lo colpì assieme ad una colata di ghisa incandescente.

La sentenza del Tribunale del Riesame è stata applaudita anche dall’amministrazione straordinaria del polo siderurgico, che ha affermato in un comunicato: “Grande soddisfazione da parte della struttura commissariale, che ha sempre mantenuto la sua fiducia nei confronti della magistratura”.