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Confindustria, l'appello delle aziende del Nord: "Riaprire per evitare crisi"

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In un documento redatto dalla Confindustria di alcune regioni del Nord ci si appella alla riapertura, per evitare una grave crisi.

In un documento redatto dalla Confindustria di alcune regioni del Nord si chiede riapertura di imprese e aziende, per evitare che possano essere messi a rischio i pagamenti dei lavoratori e per scongiurare la crisi.

Confindustria, l’appello del Nord

L’emergenza sanitaria ha messo in ginocchio l’intera economia italiana, e purtroppo non potranno bastare i miliardi stanziati dal Governo per evitare una crisi industriale. Per questo motivo, i vertici di Confindustria delle principali regioni del Nord hanno redatto un documento in cui richiedono la riapertura di aziende e industrie.

Più nello specifico, Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto hanno voluto lanciare questo appello: “Se le quattro principali regioni del Nord che rappresentano il 45% del Pil italiano non riusciranno a ripartire nel breve periodo, il Paese rischia di spegnere definitivamente il proprio motore e ogni giorno che passa rappresenta un rischio in più di non riuscire più a rimetterlo in marcia“.

Stipendi a rischio

Prolungare il lockdown significa continuare a non produrre, perdere clienti e relazioni internazionali, non fatturare con l’effetto che molte imprese finiranno per non essere in grado di pagare gli stipendi del prossimo mese– si legge nel documento -. Secondo le aziende è ora necessario concretizzare la Fase 2. Bisogna realizzare un percorso chiaro e decisioni condivise con una interlocuzione costante tra Pubblica Amministrazione, associazioni delle imprese e sindacati che indichi le tappe per arrivare alla piena operatività”.

Ripartire è importante, ma nel documento rimane comunque la salute la cosa più importante, soprattutto per i lavoratori: “La salute è il primo e imprescindibile obiettivo: le imprese devono poter riaprire, ma è indispensabile che lo possano fare in assoluta sicurezza, tutelando tutte le persone. Bisogna quindi definire un piano di aperture programmate di attività produttive mantenendo rigorose norme sanitarie e di distanziamento sociale“.