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Coronavirus, fermare le industrie aiuta a contenere il virus?

grafico coronavirus studio italiano

In base ad uno studio i giorni decisivi a contenere la diffusione del contagio sono soltanto i primi 17

In base ad un recente studio effettuato da un team di scienziati italiani e stranieri sembra che siano i primi 17 giorni successivi all’attuazione delle misure di contenimento a determinare l’entità della diffusione del contagio da coronavirus.

Il risultato dello studio

In base ad uno studio sembra che siano solo i primi 17 giorni successivi all’attuazione delle misure di contenimento a determinare l’entità della diffusione del contagio da coronavirus. Quest’ultimo, infatti, sembra dipendere quasi esclusivamente dai focolai divampati nei primi giorni e non dalle differenti modalità restrittive.

Tenendo conto di questi dati, quindi, sembra che qualsiasi misura restrittiva applicata dopo i 17 giorni va ad incidere poco sulla diffusione del contagio e sul numero di vittime. “Tra gli ultimi giorni di febbraio e la prima settimana di marzo siamo stati assaliti al pronto soccorso da un numero impressionante di persone che manifestavano i sintomi gravi dell’infezione da SARS-CoV-2. Mi è sembrato quindi utile e opportuno costituire un team di ricerca internazionale che potesse darci tempestivamente numeri precisi sullo sviluppo dell’epidemia”, ha spiegato Stefano Centanni, ordinario di Malattie dell’apparato respiratorio all’Università di Milano e direttore dei reparti di pneumologia degli Ospedali San Paolo e San Carlo.

Come riportato dal Corriere della Sera, Gerli, autore di un sito interattivo dove è possibile ottenere le previsioni di sviluppo dell’epidemia, ha dichiarato: “Ho ricostruito la curva dei contagi e dei pazienti deceduti partendo dai dati cinesi, in particolare della provincia dell’Hubei. Il segreto è stato nel dividere la curva in due parti, prima e dopo il picco giornaliero di casi. Le curve di tutte le nazioni del mondo si assomigliano per forma: una polinomiale di terzo grado prima, una asimmetrica sigmoidale poi. La magnitudine è invece dipendente solo da quanto crescono i dati nei primi giorni”.

Ebbene, i numeri del modello sono molto simili a quelli reali. Il 10 marzo in Italia, infatti, si sono registrati 631 morti e di conseguenza secondo il modello per il 18 aprile si sarebbero registrati 23.873 morti, a prescindere dalle misure restrittive. Nella realtà dei fatti si sono registrati 23.227 morti. La previsione per fine maggio è invece di poco meno di 30 mila vittime.

grafico comparativo coronavirus

Dopo aver analizzato i dati italiani, si è passati ad uno studio comparativo dei dati tra Italia, Germania, Spagna e Stato di New York, pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Allergy. Ebbene, i risultati sono sempre i medesimi. Ovvero, tenendo in considerazione i dati dei primi 17 giorni si riesce ad ottenere delle previsioni con una precisione tra dati reali e stimati superiore al 99%.