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Il Consiglio dei ministri ha approvato il Def: presto un nuovo decreto

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Approvato dal Consiglio Ministri il Def con le misure per la ripresa dell'economia italiana.

Ci sono volute più di tre ore di riunione, ma alla fine è arrivato il sì del Consiglio dei ministri che ha approvato il Def, Documento di economia e finanza. Il Cdm ha anche accettato, a quanto viene confermato, la relazione alle Camere per chiedere l’autorizzazione allo scostamento di bilancio, in vista del decreto di aprile, pari a 55 miliardi di euro con lo sforamento del deficit al 10,4% del Pil. “Se non si fosse materializzato il cigno nero della crisi epidemica – si legge nella bozza del Def – l’economia italiana avrebbe potuto registrare un ritmo di crescita in graduale miglioramento nell’anno in corso. Tale ripresa avrebbe condotto ad una modesta espansione nel primo trimestre dell’anno, rendendo raggiungibile la previsione di crescita annua dello 0,6 per cento formulata nella Nadef di settembre 2019″.

Il Consiglio dei Ministri approva il Def

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, ha così commentato il Def: “Una delle più grandi manovre di sempre, necessaria per realizzare la cura shock che serve ad affrontare questa fase di difficoltà che il Paese sta attraversando”. In effetti le cifre riportate del piano sembrano quelle solite di uno scenario post bellico, ivi comprese tutte le grandi incertezze che riguardano il futuro prossimo dell’economia italiana. Le conseguenze del coronavirus sul tessuto economico del paese saranno infatti molto durature e non si esauriranno prima del primo trimestre del prossimo anno. Fino a quel momento sarà necessario andare avanti a marce forzate con il distanziamento sociale e i protocolli di sicurezza per evitare il riaccendersi del contagio, ma allo stesso tempo mandare avanti l’economia.

La contrazione del Pil nel 2020

Dalle stime si apprende che “Il mese di marzo registrerebbe il più forte calo congiunturale, seguito da un’ulteriore contrazione in aprile tenuto conto della decisione di mantenere in vigore le misure di contrasto all’epidemia adottate nella seconda metà di marzo. A ciò seguirebbe un parziale recupero del Pil in maggio e giugno, consentito dal graduale rilassamento delle misure di controllo attualmente in vigore”. Inoltre la contrazione del Pil su base trimestrale “sarebbe pari al 5,5 per cento nel primo trimestre e 10,5 per cento nel secondo trimestre. A queste fortissime cadute seguirebbe un rimbalzo del 9,6 per cento nel terzo trimestre e del 3,8 per cento nel quarto, che tuttavia lascerebbe il Pil dell’ultimo trimestre ad un livello inferiore del 3,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019″. Sull’anno la previsione è di -8%.

Le misure del Def

Sempre da fonti governative si apprende che presto verrà varato un nuovo decreto con un pacchetto di misure che consentano una drastica semplificazione in settori cruciali per l’economia italiana, al fine di agevolare un rilancio degli investimenti che interesserà appalti, edilizia, commercio e controlli. Inoltre nella bozza si precisa che l’emergenza coronavirus “impone di accelerare il processo di digitalizzazione e, in alcuni casi, di adottare misure di deroga, eccezionali o comunque temporanee, nel rispetto dei principi generali”. E ancora, sul processo di privatizzazione per contenere il debito pubblico, la bozza rende noto come questo processo non si fermerà con l’emergenza Coronavirus indicando un target di oltre tre miliardi l’anno sia per il 2020 sia per il 2021 (lo 0,2% del Pil) da “privatizzazioni e altri proventi finanziari”. Nell’ultima nota di aggiornamento dell’inverno scorso si prevedevano per quest’anno e il prossimo le stesse percentuali, comprensive però dei dividendi straordinari delle partecipazioni pubbliche.

Cosa dobbiamo aspettarci

É inutile negare che l’emergenza Covid-19 peserà notevolmente sui consumi e sopratutto sugli investimenti, che crolleranno di una percentuale a due cifre. Secondo le previsioni contenute nella bozza del Def, i consumi dovrebbero registrare quest’anno un calo del 7,2% e gli investimenti fissi lordi del 12,3%. Le esportazioni sono previste crollare del 14,4% e le importazioni del 13,5%. Si tratta in questo caso di andamenti analoghi a quelli riscontrati in occasione della precedente crisi globale del 2008-2009. I redditi dei lavoratori dipendenti in Italia diminuiranno del 5,7%, anche per il ricorso massiccio alla cassa integrazione, ma la riduzione sarà comunque più contenuta di quella della spesa delle famiglie, la cui propensione al risparmio aumenterà superando il 13% su base annua. Considerando i contenuti del Def, i redditi dovrebbero tornare a crescere nel 2021, con un aumento del 4,6%. Il tasso di disoccupazione peggiorerà nel 2020 all’11,6% ed è stimato all’11% nel 2021. Quest’anno il mercato del lavoro subirà una contrazione più contenuta di quella dell’economia reale e di poco superiore al 2% grazie agli ammortizzatori sociali; invece sarà maggiore la contrazione dell’occupazione espressa in unità di lavoro e per ore lavorate. La crisi, secondo il documento, colpirà inevitabilmente alcune tipologie di lavoro, in particolare stagionali e dipendenti a termine, mentre sarebbero meno colpiti i dipendenti fissi. Il lavoro agile aiuterà la tenuta dei livelli occupazionali.