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Fase 2, le piccole imprese rischiano il crollo senza contributi

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Le piccole imprese rischiano un crollo finanziario nella Fase 2, e già si parla di Fase 3 per il rilancio.

Secondo quanto riporta CGIA, le piccole imprese riscontreranno notevoli difficoltà economiche sul lato dei pagamenti ai committenti privati, mettendo a rischio la tenuta finanziaria nella prossima Fase 2.

Fase 2, piccole imprese a rischio

L’emergenza sanitaria ha colpito irrimediabilmente i grandi imprenditori, figiuriamoci le piccole imprese che ora dovranno affrontare una situazione molto delicata sul piano finanziario nella Fase 2. Secondo CGIA, una piccola azienda su due, segnala che i tempi di pagamento dei committenti privati si sono allungati notevolmente e questo sta mettendo a rischio la tenuta finanziaria di tantissimi autotrasportatori, produttori di imballaggi e delle altre attività che comunque hanno lavorato durante il lockdown.

Liquidità immediata

La questione liquidità per le piccole imprese è dirimente. Se anche coloro che hanno lavorato faticano ad incassare le proprie spettanze, è evidente che bisogna cambiare registro“, ha così commentato Paolo Zabeo, coordiantore all’Ufficio studi CGIA.

Ovvero, stop a prestiti bancari a tassi comunque non proprio prossimi allo zero, che costringono le attività ad indebitarsi ulteriormente. Sì, invece, a contributi a fondo perduto. Se con troppi debiti le piccole imprese sono destinate a saltare, lo Stato, invece, anche con un debito pubblico maggiore, può reggere, grazie anche alle misure che la Bce e l’Unione Europea metteranno in campo nei prossimi mesi”, ha ipotizzato Zabeo.

Fase 3

La fase 2 è pronta partire, ma la riapertura tanto sperata dipenderà molto dalla comunità scientifica che come commenta l’associazione deglia artigiani “in quanto la salute dei cittadini e dei lavoratori autonomi/dipendenti deve essere posta sempre al primo posto”.

Tuttavia, la CGIA già pretende certezze per la fase 3, forse quella ancora più importante, visto che sarà quella adibita al rilancio nazionale: “Ciò che sorprende è che non si parli per nulla della cosiddetta “fase 3”, vale a dire quella del rilancio economico. In altre parole, il governo non sembra avere un piano di rilancio, un progetto, un’idea sul futuro del Paese”.