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Coronavirus, la distanza sociale porterà al declino del pagamento in contanti?

tetto contante luglio

Il coronavirus ha fatto emergere molte opportunità, come il pagamento online: l'Italia si avvia verso il declino del pagamento in contanti?

Con l’emergenza coronavirus l’Italia ha riscoperto alcuni strumenti – già noti a livello mondiale ma poco diffusi nel nostro Paese – quali la didattica online, lo smartworking e il pagamento elettronico. Se infatti da un lato il lockdown ci ha fatto riscoprire le potenzialità della tecnologia, non è detto che quanto abbiamo imparato ad oggi possa proseguire nel prossimo futuro. La necessità di rispettare il distanziamento sociale e le precauzioni che ci invitano a limitare i contatti con cose e persone hanno fatto emergere molte novità. Una tra tutte riguarda la possibilità di fare acquisti online e di pagare con la carta: questo lockdown prolungato porterà al declino del pagamento in contanti?

Coronavirus, verso declino pagamento contanti?

La Corea del Sud e la Cina – come ricorda Repubblica – sono stati i primi Paesi a limitare lo scambio di banconote, sulle quali potrebbe rimanere il coronavirus. In Italia, invece, essendo molto legati al contante la transizione ha provocato non pochi scompensi. In un momento di emergenza in cui i contatti sono limitati al minimo e in cui gli acquisti online hanno subìto un balzo incredibile, il declino del pagamento in contanti è dietro l’angolo. Infatti, ogni volta che ordiniamo dei prodotti e ce li facciamo consegnare a casa – durante il lockdown – non abbiamo alcun contatto con il corriere e ciò significa che non possiamo consegnargli il contante.

In un Paese in cui le transizioni avvengono lentamente, però, questo cambiamento potrebbe segnare un abisso epocale, ma non così tanto negativo. Infatti, il pagamento online risulta un metodo efficiente tracciato che potrebbe impedire il propagarsi di quell’economia sommersa che dilaga in Italia. Infine, in Italia le carte di credito e gli acquisti online costituiscono anche un motivo di inclusione sociale: spesso si hanno delle carte di credito non per scelta, ma per questioni culturali. La pandemia, quindi, ci ha offerto anche grandi opportunità.