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Bankitalia, allarme di Visco: "Il Pil può crollare del 13%"

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Ignazio Visco di Bankitalia resta però fiducioso sull'uscita dalla crisi: "Nessuno deve perdere le speranze".

L’Italia uscirà dalla crisi economica causata dal Coronavirus: ne è certo Ignazio Visco di Bankitalia. Il banchiere, in occasione delle ‘Considerazioni Finali’ in un intervento a Palazzo Koch. Durante la relazione, alla quale ha assistito tra gli altri anche Mario Draghi, Visco ha sottolineato: “Nessuno perda la speranza. Nonostante una crisi senza precedenti nella storia recente, che mette a dura prova l’organizzazione e la tenuta dell’economia e della società”. Non nega che ci sia una forte incertezza: “Possiamo solo riconoscere di sapere di non sapere”.

Quali saranno gli impatti della crisi economica sull’Italia? “Nel primo trimestre il Pil in Italia ha registrato una flessione dell’ordine del 5% – denuncia Ignazio Visco -; gli indicatori disponibili ne segnalano una caduta ancora più marcata nel secondo”, fino a -13%.

Bankitalia, Visco è fiducioso

Bankitalia presenterà le previsioni il prossimo 5 giugno ed evidenzia come: “Un Pil dell’intero 2020 che crolla del 9% nello scenario base, e che precipiterebbe a un drammatico -13% nelle “ipotesi più negative anche se non estreme”. Una quota rilevante della domanda dipenderà dal turismo, che incide per il 5% del Pil e per il 6% dell’occupazione. Ignazio Visco sostiene, inoltre, come: “La sostenibilità del debito pubblico non è in discussione”.

Eppure, l’elevato livello italiano: “In rapporto al prodotto è alimentato dal basso potenziale di crescita del Paese e al tempo stesso ne frena l’aumento”. Visco evidenzia come la reazione della Bce sia forte e immediata grazie al programma di acquisti di titoli di Stato (Bankitalia ne ha acquistati 10 miliardi al mese in più nel periodo marzo-aprile); grazie a queste misure lo ‘spread‘ è rimasto a freno (oggi è fermo a 185 punti).

A tal proposito, Visco evidenzia come la discesa dello spread: “Nelle ultime settimane è confortante; riflette l’azione della politica monetaria e le iniziative europee per il sostegno dell’attività produttiva e il lavoro e per il rilancio degli investimenti. Ma il differenziale è ancora quasi il doppio di quelli di Spagna e Portogallo, su valori che non trovano giustificazione nei fondamentali della nostra economia, che pure sono da consolidare e sui quali dobbiamo costruire”.

“Ok iniziative Governo”

Per Ignazio Visco, inoltre, è stata appropriata l’iniziativa del Governo in ambito economico. Nella relazione di Bankitalia si evidenzia come: “Il Governo italiano si è mosso secondo le medesime priorità che hanno guidato gli interventi a livello internazionale, concentrandosi sulla capacità di risposta del settore sanitario e sugli aiuti ai lavoratori, alle famiglie, alle imprese. Tra marzo e maggio, sono state varate misure che accrescono il disavanzo pubblico di quest’anno di circa 75 miliardi, il 4,5% del prodotto”.

Ciò ha consentito di far arrivare liquidità alle imprese: “Nel bimestre marzo-aprile il credito alle società non finanziarie è aumentato di 22 miliardi, dopo che nei precedenti dieci mesi era diminuito di 9 punti; la crescita è stata pari a quasi il 17 per cento in ragione d’anno”. Mentre a metà maggio: “Le banche avevano ricevuto complessivamente quasi 2,4 milioni di richieste, per un totale di poco meno di 250 miliardi; di questi, l’84% è stato accolto e il 2% è stato respinto, mentre la quota rimanente è in corso di esame”.

I punti di forza dell’Italia

Il fondo centrale di garanzie, invece, ha ricevuto circa 395.000 richieste di finanziamento, per un ammontare complessivo di 18 miliardi. Per Visco: “Il 90% delle domande si riferisce a prestiti fino a 25.000 euro, interamente garantiti dallo Stato”. Mentre: “Le potenziali operazioni di prestiti a imprese di medie e grandi dimensioni garantiti dalla Sace al momento in fase di valutazione e istruttoria da parte delle banche ammontano a circa 18,5 miliardi”.

Da dove deve ripartire l’Italia? Visco di Bankitalia non ha dubbi: “La posizione netta sull’estero dell’Italia ha raggiunto un sostanziale equilibrio. Le condizioni finanziarie delle banche e delle imprese sono migliori oggi che nel 2007. La ricchezza netta, reale e finanziaria, delle famiglie italiane è elevata: 8,1 volte il reddito disponibile contro 7,3 nella media dell’area dell’euro”.