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Bonus vacanze dal 1 luglio: solo un hotel su 4 aderisce

bonus vacanze

Il 1 luglio è entrato in vigore il bonus vacanze, ma la maggior parte degli albergatori non accetterà questa agevolazione fiscale.

Dal primo luglio è scattato il Bonus Vacanze, una delle tante misure previste nel Decreto Rilancio che permetterà agli italiani in difficoltà di coprire parte delle spese per le ferie. Sorge già il primo problema: solo 1 hotel su 4 acconsente di partecipare a questa operazione. L’Emilia Romagna rimane la regione più ospitale, mentre Calabria, Molise e Basilicata contrarie al bonus.

Bonus vacanze attivo dal 1 luglio

Dal 1 luglio è scattato il bonus vacanze 2020, una delle iniziative presenti nel Decreto Rilancio, dove sono stati stanziati 2,4 miliardi di euro per aiutare le famiglie a coprire parte delle spese per le ferie estive.

Questo bonus vale solo per alberghi, hotel, camping e agriturismi presenti sul territorio nazionale. Il suo valore ammonta a 500 euro per i nuclei familiari composti da tre persone; scende a 300 per le coppie e solo 150 euro per i single.

Le regioni non ci stanno

L’incentivo è apprezzato dalle famiglie, ma meno dagli esercenti, come dimostrano alcuni dati. Secondo una ricerca effettuta il 30 giugno dal Corriere della Sera, solo un albergo su 4 sarebbe disposto ad accettare questa iniziativa: sono appena 1.151 (4,2 %) sulle 27.370 offerte presenti sul sito di Federalberghi.

La regione più accondiscente al momento è l’Emilia-Romagna con 233 strutture favorevoli su 4.275 presenti sul portale italyhotels.it. In Lombardia sono solo 88 su 2.351, mentre in Liguria 56 su 1.284. C’è chi poi ha deciso di fare il bastian contrario come Basilicata, Molise e Calabria che non presentano hotel favorevoli al bonus.

I motivi del contrasto

A questo punto sorge spontanea una domanda: perché questa avversione, mentre il Paese cerca di tornare alla normalità dopo la crisi economica causata dal covid?

La risposta sta nella misura voluta dal governo. Dell’intero ammontare del bonus, per il cliente va speso l’80% sotto forma di sconto per i servizi turistci, mentre il 20% rimanente sarà detratto nella dichiarazione dei redditi ai vari esercenti.

Ergo, l’80% non pagato dal cliente sarà poi recuperato dall’imprenditore con il credito d’imposta, modalità che al momento non è accettata dalla maggior parte degli albergatori.