> > Coronavirus chiusura negozi a Roma: a ottobre saranno 26mila

Coronavirus chiusura negozi a Roma: a ottobre saranno 26mila

coronavirus chiusura negozi

A Roma il 4% delle 80.000 attività ha chiuso i battenti. La causa sarebbe riconducibile alla crisi del turismo e allo smart working.

Un disastro annunciato quello della chiusura dei negozi a Roma in seguito alla fine del lockdown. Se si escludono le attività ristorative, si stima che il 4% delle 80.000 attività presenti sul territorio capitolino ha chiuso i battenti per sempre. Si tratta della bellezza di 3000 attività che, a causa del Coronavirus, hanno annunciato la loro chiusura dei loro negozi e che mancano all’appello rispetto all’anno scorso e i numeri entro ottobre potrebbero aumentare ancora. Un’ecatombe quindi che ha lasciato sul lastrico intere famiglie.

Coronavirus chiusura negozi a Roma

Sono finiti i tempi in cui le vetrine dei negozi erano piene di capi all’ultima moda, e di strutture turistiche che pullulano di persone che non vedono l’ora di scoprire una delle città più belle al mondo. La situazione, denuncia la Confesercenti, potrebbe ancora peggiorare.
Si stimano infatti 26.000 attività che chiuderanno le saracinesche per sempre. Si tratta di un terzo dei negozi presenti nella città di Roma. Un incubo per gli esercenti, che stanno facendo tutto il possibile per salvare il salvabile.

Non bastano nemmeno i saldi del 50 o del 70% a portare sollievo nelle casse dei negozi.
Il problema, però oltre agli italiani sempre più poveri, sono i turisti che mancano all’appello in questa estate un po’ strana dove il turismo sta soffrendo un po’ ovunque a causa del Coronavirus. “A dare la mazzata finale al commercio è lo smart working. Se si pensa che ci sono 400 mila dipendenti che lavorano a casa, si fa presto a fare il conto, nelle casse dei negozianti mancano incassi per 130 milioni al mese.” prosegue il presidente di Confesercenti. In definitiva, non solo mancanza di turisti, sulla quale di può fare poco o niente, ma anche un radicale cambio di vita degli italiani che non spendono più e si stanno sempre più “impigiamando”.