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Crollo dell'occupazione giovanile, meno del 40%. Lo dice l'Istat

I dati dell'Istat sull'occupazione in Italia

Diminuisce il numero dell'occupazione giovanile. L'Istat lancia l'allarme anche sulle differenze territoriali e di genere.

La consueta rilevazione dell’Istat fotografa il lavoro in Italia sotto gli effetti del Covid ed i postumi delle vacanze estive. Nel secondo trimestre, informa l’Istituto nazionale di statistica, notevole crollo dell’occupazione (gli occupati si riducono di 470.000 unità rispetto al primo trimestre e di 841.000 unità rispetto al secondo trimestre 2019) che soprattutto tra i giovani va giù del 40 % circa con la particolare strage dei contratti a termine in Italia. Il calo dell’occupazione giovanile riguarda da vicino l‘aumento del numero di inattivi in Italia (nella fascia 15-64 anni, +5,5 punti percentuali rispetto al primo trimestre e di 10 punti rispetto al trimestre precedente per un totale di 14.183.000 unità). A preoccupare l’Istat – che a fine agosto ha dovuto rivedere le stime attorno al Pil – però i giovani: se si guarda la fascia 15-34 anni, il tasso di occupazione è diminuito al 39,1% con un computo drammatico di circa 400.000 giovani in meno rispetto all’anno scorso che attualmente non lavorano nonostante avessero lavorato nei primi 6 mesi del 2020.

Istat, calo dell’occupazione giovanile

Gli esperti Istat ammoniscono che il calo dell’occupazione giovanile abbia una forte incidenza sul macrodato rappresentato dalla disoccupazione in Italia. A causa del crollo del lavoro giovanile, quindi, anche il tasso di disoccupazione si vede fortemente influenzato con un 8,3% nel secondo trimestre del 2020 (meno 0,9 punti rispetto al primo trimestre e 2 punti rispetto al secondo trimestre 2019). Il risultato è che si è superati la soglia dei due milioni di disoccupati in Italia, per la precisione 2.057.000 unità.

Occupazione, differenze sociali e geografiche

A generare l’alto numero di inoccupati c’è stata la riduzione dei dipendenti con contratti a termine che hanno perso il lavoro, in un quadro più generale in cui si è autorizzato lo stop al blocco dei licenziamenti dal 18 agosto. La contrazione dell’occupazione giovanile è un campanello d’allarme anche per il divario sociale e geografico. L’Istat conferma, attraverso questa rilevazione, che la crescita delle differenze di genere: tra le donne, sostiene l’Istituto, il calo di occupazione e disoccupazione è proporzionale all’aumento del tasso di inattività. Per quanto riguarda le differenze Nord-Sud, la diminuzione del tasso di disoccupazione è maggiore nel Mezzogiorno (-3,2 punti) e nel Centro (-3,0 punti) in confronto al Nord (-0,8 punti) e sva di pari passo all’aumento del tasso di inattività nelle regioni centro-meridionali (+4,4 e +4,0 punti, rispettivamente) rispetto al Nord (+2,7 punti).