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Il 2020 tra scadenze fiscali e calcolo dei costi: breve guida per aziende e partite Iva

scadenze fiscali 2020

Gli ultimi due mesi dell'anno sono particolarmente delicati per aziende e liberi professionisti: quali sono le scandenze fiscali prima della fine del 2020?

Quest’anno non è stato facile per imprese e partite IVA, soprattutto per via di uno scadenzario nuovo, introdotto a seguito della Legge di Bilancio e del Decreto fiscale del 2020. A modificarsi sono stati, come prevedibile, i tempi, i quali si sono allungati, soprattutto per la consegna del modello 730 e le detrazioni fiscali sulla ristrutturazione e la riqualificazione energetica. A questo si sono aggiunte delle nuove tasse, come la plastic tax, che prevede un costo di 0,45 euro per ogni chilogrammo di plastica, e la sugar tax, con un costo di 0,10 euro a litro per bevande analcoliche. Quest’anno, inoltre, va dato un occhio di riguardo alle partite IVA con regime forfettario, poiché requisiti si sono fatti più severi: oltre ai 65 mila euro annuali massimi si aggiunge infatti un massimo di 20 mila euro di spesa per i collaboratori.

Quali sono le scadenze annue da affrontare

La scadenza fiscale corrisponde a un termine ultimo entro il quale effettuare un versamento o presentare una domanda, secondo le modalità previste dalla legge. È possibile che a seguito della scadenza sia comunque possibile presentare la domanda ma in tal caso ci potrebbero essere delle sanzioni da applicare. Inoltre, è bene ricordare che ogni mese le aziende devono anche adempiere al pagamento dei contributi previdenziali all’ente di previdenza, che daranno diritto alla pensione determinandone l’importo. Sono questi i contributi che andranno poi a formare le principali forme di pensione, come quella di anzianità, quella anticipata o di inabilità. Vediamo quindi le scadenze principali di questi ultimi mesi prima della fine del 2020, ricordando che è comunque importante tenere sempre sotto controllo il calendario ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, in quanto, dato il momento storico attuale, alcune scadenze potrebbero subire proroghe.

Costi in scadenza a novembre

Vediamo ora quali saranno le scadenze fiscali del mese di novembre. Entro il 2 novembre bisognerà consegnare la richiesta di rimborso del credito Iva Infrannuale e la dichiarazione dei sostituti d’imposta e degli intermediari relativa all’anno 2019. Il 16, invece, troviamo il versamento IVA trimestrale per le Associazioni sportive dilettantistiche e assimilate e il versamento Iva trimestrale Contribuenti naturali per opzione. Il 20 novembre tocca al versamento contributi per i datori di lavoro preponenti nel rapporto di agenzia e per l’editoria la presentazione del bonus servizi digitali. Attenzione al 30 novembre, in quanto è il termine ultimo per presentare la dichiarazione dei redditi 2019 tramite il Modello Unico.

Costi in scadenza a dicembre

Anche il calendario di dicembre risulta piuttosto fitto, il 16 troviamo sia il versamento acconto di imposta sostitutiva sia il saldo cumulativo IMU 2020. Il termine della scadenza per il versamento dell’acconto IVA 2020 è il 27 dicembre, mentre entro l’ultimo dell’anno bisognerà presentare il modello AGI/1 per la sostituzione del Gruppo IVA e la domanda per l’APE Sociale. Per quest’ultima ricordiamo che potranno presentare la domanda solo coloro che hanno raggiunto i requisiti necessari nel 2019 e negli anni precedenti senza però aver mai fatto domanda.

Fine anno: come gestire la chiusura dei conti

L’ultimo mese dell’anno è un periodo particolarmente delicato per le aziende, in quanto è necessario procedere con una revisione dell’andamento dell’anno e la chiusura dei conti. A tal proposito è bene capire quali siano i costi deducibili dell’attività, ovvero tutti gli importi che il contribuente, che sia impresa o partita IVA, può sottrarre al proprio reddito così da ridurre la base imponibile. Le tipologie di spese detraibili, invece, sono svariate e si riferiscono a oneri che non intervengono nella produzione del reddito, ma anzi, sono effettuati per soddisfare esigenze comprovate di sopravvivenza e sicurezza. Alcuni esempi possono essere le spese mediche o le spese assicurative, ma possono rientrare anche spese legate ai trasporti o al cibo, in quest’ultimo caso, infatti, ricordiamo la deducibilità dei buoni pasto. In sintesi, si tratta di spese che non possiedono una capacità contributiva e di cui è riconosciuta la necessità. Pertanto, la diminuzione della base imponibile si conforma a una più bassa capacità contributiva.

Esempi di costi deducibili

Vediamo insieme qualche esempio di spesa deducibile ai fini Irpef:

  • oneri gravanti su redditi degli immobili;
  • spese mediche;
  • assegni periodici al coniuge;
  • assegni periodici in forza di testamento o donazione;
  • contributi previdenziali e assistenziali;
  • contributi alle forme pensionistiche complementari;
  • somme corrisposte ai dipendenti per funzioni svolte presso gli uffici elettorali;
  • somme versate a organizzazioni non governative;
  • indennità corrisposte dal conduttore in caso di cessazione della locazione;
  • il 50% delle spese sostenute da genitori adottivi;
  • erogazioni liberali in denaro.