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Business plan, la tua carta vincente per ottenere un fido bancario

business plan per richiesta di fido bancario

Per ottenere credito dalle banche, è indispensabile dimostrare loro che possono fidarsi di te e niente è meglio di un business plan ben strutturato ed esaustivo.

Per gli imprenditori questo è il tempo dei buoni propositi: si fa il punto su quanto è stato fatto nel corso dell’anno appena trascorso, e si organizzano i progetti per il futuro e, oggi più che mai, si stende un dettagliato piano anticrisi. Certo, avere idee geniali è importante, ma a poco servono se non abbiamo la liquidità necessaria per realizzarle.

Nel precedente articolo, abbiamo messo in evidenza, fra le altre cose, l’importanza di effettuare una buona presentazione ai nostri interlocutori bancari, al fine di risultare convincenti con le nostre richieste di fido. Abbiamo sottolineato come, per le aziende, sia ormai indispensabile dotarsi di un business plan che sia chiaro ed esaustivo, nel quale siano contenute le risposte a tutte le possibili domande che potrebbero venirci poste dalla banca. Ma, esattamente, cos’è e come deve essere redatto per risultare efficace?

Che cos’è un business plan?

È la trasposizione, per iscritto, dei progetti aziendali. Risulta, dunque, evidente come questo debba esistere dapprima nella mente dell’imprenditore, per poi essere in qualche modo “tradotto” in parole e, soprattutto, numeri. Deve essere redatto nel “linguaggio” dell’Economia Aziendale, e i numeri devono essere espressi con un’ottima padronanza della “partita doppia” e dell’analisi di bilancio: ecco perché è opportuno che a prepararlo sia una persona esperta in materia. Presentare un business plan incompleto o inesatto non è certo il miglior biglietto da visita.

A chi serve?

Per prima cosa, è utile proprio all’azienda, per decidere se attuare i progetti di investimento che ha in mente e, successivamente, monitorarne l’andamento ed effettuare, per tempo, le necessarie azioni correttive. In secondo luogo, serve a quei soggetti che, in qualche modo, devono decidere se intervenire nel progetto, ad esempio finanziandolo o sostenendolo in altro modo.

Come deve essere composto?

Un buon business plan deve contenere una parte descrittiva ed una numerica. Le “parole” devono descrivere l’azienda coi suoi progetti, i soci con le loro esperienze, l’organizzazione, la tecnologia, il mercato e le strategie di marketing. I “numeri” devono mettere in evidenza gli equilibri aziendali, in termini non solo economici, ma anche finanziari e patrimoniali. Semplificando al massimo, bisogna dimostrare che l’azienda è e sarà in equilibrio, riuscendo a guadagnare e a rimborsare i finanziamenti.

Deve essere lungo?

No. L’abilità nel redigere un buon business plan non è quella di scrivere “aria fritta” e tirarla per le lunghe. “Il tempo è denaro” e nessuno ha tempo di leggere un business plan di 60 pagine (credetemi, l’ho visto!), a meno che ovviamente non si tratti di un progetto enorme e incredibilmente articolato. Gli investitori privati, spesso, prendono decisioni dopo aver letto una decina di pagine, che, ovviamente, devono essere ben scritte ed estremamente convincenti. Secondo la mia esperienza, una ventina di pagine per le banche sono più che sufficienti, o anche meno, nel caso di progetti più piccoli.

Un unico business plan va bene per tutti?

No. Ogni fruitore ha bisogno di un business plan adatto allo scopo, che approfondisca gli aspetti legati al suo ruolo. Poi, è ovvio che alcune parti possono essere semplicemente ampliate/riassunte o riadattate. L’imprenditore avrà, ad esempio, necessità che le parti numeriche siano particolarmente dettagliate e suddivisibili mensilmente o trimestralmente, a fini di monitoraggio.

Le banche andranno a ricercare le informazioni che, normalmente, vengono richieste per istruire una pratica di affidamento, e, dunque, sarà opportuno commentare adeguatamente alcuni aspetti di loro particolare interesse, come gli indici di bilancio, gli equilibri, il cash flow per il rimborso dei debiti finanziari. L’abilità di un redattore di business plan non è da ricercare, dunque, nella “quantità” di pagine prodotte, ma nella loro efficacia, ovvero nella capacità di aiutare l’azienda a raggiungere il suo scopo.