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Elettrodomestici, con la nuova etichetta energetica addio alla classe A+

Con la nuova etichetta energetica addio alla classe A+++

Dal primo marzo spariranno dall'etichette i segni A+, A++ A +++ che avevano finito per generare confusione. Si torna alla scala da A a G.

È arrivata una novità che può far comodo ai consumatori più attenti: dal primo marzo chi acquista un elettrodomestico sull’etichetta energetica leggerà la scala energetica da A a G (e da color verde a rosso). Infatti, il 79% dei consumatori (dati Eurobarometro) legge con estrema attenzione l’etichetta, prima di fare con convizione il suo acquisto. A impatto sembrerebbe che nessuno riesca più a produrre un frigo o una lavatrice in classe A o B, in quanto queste lettere saranno quasi introvabili. In realtà questo cambiamento significa solo che dal primo marzo entra in vigore la nuova etichetta energetica europea. In vigore dal 1995, e in Italia dal 1998, l’etichetta stava in effetti mostrando tutti i suoi limiti.

Elettrodomestici, cambia l’etichetta energetica

In pratica nella nuova etichetta non saranno più ammessi i segni “+”: dunque, niente A+, A++ e A+++ che, a dirla tutta, confondevano le idee al consumatore. Infatti, con molta difficoltà si riusciva ad immaginare che un qualsiasi elettrodomestico in classe A+ fosse il meno efficiente sul mercato, sebbene la realtà è questa. Oggigiorno, difatti, è quasi impossibile trovare un elettrodomestico in classe B, figurarsi in quelle inferiori.

In poche e semplici parole, si torna indietro nel tempo: solo lettere dalla A alla G. L’idea di assegnazione è quella secondo la quale, eccetto alcune eccezioni, si lascia libere le classi A e B, poichè si prevede che nei prossimi anni i produttori sapranno arrivare a quei livelli di efficienza che oggi purtroppo ancora non sono raggiungibili. Il discorso vale per:

  • lavastoviglie
  • lavatrici
  • lavasciuga
  • frigoriferi
  • congelatori
  • cantinette per vino a uso domestico
  • televisori e display elettrici

Per quanto riguarda, invece, le lampade, il nuovo regime partirà solo da settembre 2021.

Dal primo marzo, inoltre, ci sarà un’altra gradita novità per i consumatori, che riguarda i pezzi di ricambio per riparare un elettrodomestico: tali pezzi dovranno restare reperibili per sette anni, mentre salgano a dieci per alcune componenti di frigoriferi, lavastoviglie e lavatrici. Questa teoria è pensata per evitare che un elettrodomestico con un leggero guasto debba essere subito accantonato per comprarne uno nuovo, perchè magari il pezzo di ricambio è introvabile. Si spera, poi, che molte altre misure più ambiziose possano arrivare nei prossimi anni: l’obiettivo è di combattere il fenomeno dell’arretratezza programmata, la quale danneggia il nostro ambiente.

Quello che resta invariato

C’è qualcosa che resterà invariato? A quanto pare sì, in quanto lo stesso Imq, l’Istituto italiano del marchio di qualità, spiega che, per quanto un apparecchio possa ottenere una classe inferiore rispetto a quella che avrebbe ottenuto prima, l’elettrodomestico rimarrà comunque efficiente. Per cui, il cambiamento non riguarda in alcun modo le prestazioni, ma solo ed esclusivamente il punteggio del prodotto stesso.

Sarà poi ancora possibile, fino a novembre 2021, trovare alcuni dispositivi con la vecchia etichetta: si tratta di quei prodotti che dovranno sparire dal mercato a partire dal primo dicembre di quest’anno.

Mentre, restano totalmente invariate le regole per gli elettrodomestici che troviamo in vendita online: anche in quel caso, infatti, l’etichetta energetica dev’essere mostrata. Se ciò non è possibile, deve essere indicata la classe energetica, cioè solo la lettera.