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Bonus Covid, multa da 300mila euro per l'INPS

Inps quarantena malattia

Il Garante della Privacy ha sanzionato per 300mila euro l'INPS per "mancata definizione dei criteri per trattare i dati dei richiedenti il bonus Covid”.

Tegola per l’Inps, sanzionata dal Garante della Privacy per 300 mila euro con le seguenti motivazioni legate al bonus Covid:

Mancata definizione dei criteri per trattare i dati di determinate categorie di richiedenti il “bonus Covid”, uso di informazioni non necessarie rispetto alle finalità di controllo, ricorso a dati non corretti o incompleti, inadeguata valutazione dei rischi per la privacy.

Queste le ragioni dietro la sazione che il Garante della Privacy ha imposto all’Istituto Nazionale Previdenza Sociale (INPS). Il contesto è quello della scorsa primavera, quando in seguito alle prime ricadute economiche della crisi da coronavirusa, erano stati erogati bonus a favore delle partite Iva in difficoltà.

L’INPS e il bonus Covid

L’INPS, in questa situazione, aveva il compito di controllare la veredicità delle dichiarazioni dei professionisti richiedenti il bonus Covid da 600 euro. Il Garante, sebbene riconosca l’interesse pubblico dietro questi controlli effettuati dall’ente, ha riscontrato diverse criticità nelle modalità adottate ed errori nell’utilizzo dei dati.

Tra le principali contestazioni, dopo aver raccolto da fonti aperte i dati di decine di migliaia di personalità politiche, l’INPS ha effettuato incroci tra i dati di tutti coloro che avevano richiesto il bonus con quelli dei titolari dei predetti incarichi. Tutto ciò senza verificare preventivamente se queste persone potevano benificiare del bonus.

La seconda contestazione riguarda il principio di minimizzazione dei dati. Ovvero l’ente avrebbe condotto ricerche per effettuare il recupero del bonus covid anche presso soggetti che, nonostante la richiesta, non lo avevano ancora ricevuto.

Infine il Garante della Privacy ha contestato all’INPS la mancata valutazione del rischio nell’utilizzo di questi dati, non effettuando le dovute verifiche e dunque finendo per ledere la libertà e la privacy dei possibili beneficiari.