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Talco Johnson & Johnson ritirato dal commercio per tracce di amianto

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Sono 33 mila le confezioni di talco per bambini richiamate dalla società dopo le analisi condotte dalla FDA.

La Johnson & Johnson ha annunciato il richiamo di 33 mila confezioni di talco per bambini, ritirato dal commercio “in via cautelare” per la sospetta presenza di amianto nel prodotto. L’azienda ha aggiunto di aver avviato un’indagine interna per far luce sulla questione. L’allarme è stato lanciato dopo che la Food and Drugs Administration statunitense ha condotto dei test su un campione prodotto e diffuso sul mercato nel 2018.

Talco Johnson&Johnson ritirato dal commercio

Il lotto di talco Jonhson & Johnson ritirato dal commercio è il numero 22318RB (codice apposto sul retro della confezione, subito sotto il tappo). “Se voi o qualcuno a cui prestate assistenza possedete un flacone di questo lotto di polvere per bambini, vi consigliamo di interrompere l’uso del prodotto” scrive l’azienda in una nota. Anche l’FDA “consiglia ai consumatori di smettere di usare il lotto 22318RB di Johnson in bottiglie da 22 Oz [pari a 623 grammi, ndr] a causa di possibili contaminazioni con l’amianto”.

Nel documento si specifica inoltre che “i livelli [di amianto, ndr] rilevati non erano superiori allo 0,00002% e che in questa fase iniziale dell’indagine in questione non è possibile confermare se si sia verificata una contaminazione incrociata, se il campione provenisse da una bottiglia con un sigillo intatto o se il prodotto testato è autentico o contraffatto. Anni di test – inclusi quelli precedenti della FDA – fino allo scorso mese non hanno trovato amianto. Migliaia di test negli ultimi 40 anni confermano ripetutamente che i nostri prodotti di talco per consumatori non contengono amianto”.

Denunce e condanne precedenti

La Johnson & Johnson non è nuova a denunce e processi per la contaminazione di prodotti con sostanze tossiche per la salute dei consumatori. A inizio ottobre, l’azienda ha versato un risarcimento milionario nel caso sul Risperdal, il farmaco ritenuto responsabile dell’insorgenza di ginecomastia nei pazienti. A marzo è stata invece di 29 milioni la multa a cui la società è stata condannata dopo l’accusa di una donna con un tumore al seno. Altre 22 donne che hanno sviluppato un cancro alle ovaie hanno denunciato l’azienda nel luglio 2018. Infine, nell’aprile dello stesso anno, un uomo è stato risarcito per un totale di 117 milioni di dollari.