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Russia: la città fantasma di Verkhnyaya Gubakha

Città fantasma

Nel territorio di Perm si trova la città fantasma di Verkhnyaya Gubakha: un tempo importante sito industriale, oggi luogo di desolazione e abbandono.

Verkhnyaya Gubakha, città russa situata a circa 200 chilometri dal grande insediamento di Perm, sorge sulla riva destra del fiume Kos’va. Tra il XVIII e il XX secolo, Verkhnyaya Gubakha fu un fiorente insediamento operaio: oggi, invece, appare come una città fantasma della quale è possibile ammirare soltanto le rovine degli ex-edifici industriali e residenziali. Per questo motivo, nel linguaggio comune, la città viene spesso chiamata Staraya Gubakha ovvero la vecchia Gubakha.

Le origini di Verkhnyaya Gubakha

Verkhnyaya Gubakha era una proprietà terriera degli Stroganov, che ne sfruttarono i giacimenti di ferro scoperti nel 1755. Questa scoperta favorì anche lo sviluppo del primo insediamento operaio di modesta portata.

Le cose cambiarono notevolmente all’inizio del XIX secolo con il ritrovamento di giacimenti di carbone. La proprietà, intanto, era passata a due industriali, Lazarevs e Vsevolod Vsevolozhsky.

Nello stesso periodo, l’ingegnere minerario Dmitry Zakharovsky stipulò un contratto di locazione di quindici anni con i Vsevolozhskys per estrarre carbone da quest’area e bruciare coke. Per realizzare il suo progetto industriale, Zakharovsky commissionò la realizzazione di forni speciali, caserme per gli operai, case per i dirigenti e uffici amministratividando vita al cosiddetto impianto chimico di coke di Gubakhinshy.

All’inizio del XX secolo, le terre di Verkhnyaya Gubakha vennero acquistate da Semyon Lazarev che si impegnò a migliorare la città attraverso la costruzione di una scuola nel 1904 e la realizzazione di un tempio in legno da decorare con sculture in oro. Il progetto venne affidato all’artista Alexader Ryakin e, nel 1905, il tempio fu consacrato a San Simeone.

Oltre alle miniere, le industrie della città annoveravano aziende automobilistiche, una fabbrica di mattoni, una cava di calce, uno stabilimento di cemento armato, una fabbrica di mobili e un’officina per la produzione di blocchi di calcestruzzo. C’era, inoltre, un cortile per i cavalli che venivano utilizzati per il trasporto di materiali da costruzione e per l’aratura.

Verkhnyaya Gubakha era, quindi, un territorio in constante crescita e ricco di possibilità lavorative che offriva ai residenti locali anche luoghi di svago come un cinema con 330 posti a sedere, un grande magazzino e una pasticceria. All’interno della città c’era anche lo stadio Shakhtar: il campo veniva utilizzato per giocare a calcio, per le competizionisportive estive oppure, in inverno, veniva trasformato in una pista di pattinaggio. Lo stadio Shakhtar, ancora, era il luogo in cui veniva allestito l’albero di Natale principale della città.

Nel 1949 fu costruito un ospedale cittadino con 114 letti che vantava reparti per fisioterapia e radiologia con attrezzature moderne. Vi erano anche due sale operatorie, un reparto maternità e un reparto destinato ai bambini.

Il declino di Verkhnyaya Gubakha

Dagli anni ‘60, l’industria mineraria del carbone decadde, determinando una diminuzione dei posti di lavoro e un calo della popolazione. Le fabbriche di coke e Metafrax, tuttavia, permisero a Verkhnyaya Gubakha di sopravvivere, anche se in forma ridotta.

Le emissioni dell’impianto, però, erano fortemente nocive e, data la posizione della città in una conca, i fumi si addensavano in cielo nei giorni con poco vento. Pertanto, fu deciso di trasferire i residenti nella nuova città di Gubakha, istituita nel 1941 in seguito alla fusione in un’unica entità amministrativa degli insediamenti di Gubacha, Kržižanovsk e imeni Krupskoj.

Oggi, Verkhnyaya Gubakha è famosa per le sue rovine immerse tra fitte foreste. Lungo le strade, disseminate di ciottoli e scorie, dell’antico villaggio è possibile osservare i ruderi di edifici amministrativi e residenziali. Il rapido deterioramento delle costruzioni è dovuto all’utilizzo di blocchi di cenere e calcestruzzo, facilmente erosi dal tempo e dall’acqua. Le case di mattoni e le strutture industriali in cemento, invece, sono sopravvissute.

Forse l’edificio più imponente e riconoscibile è il Palazzo della Cultura di Kalinin a due piani. Il palazzo venne costruito negli anni ‘30 in perfetto stile stalinista: presentava una grande scalinata interna e colonne monumentali all’esterno. L’auditorium ospitava fino a 500 spettatori e al secondo piano era stata realizzata una biblioteca.

Storia di Yura

Verkhnyaya Gubakha appare, quindi, abbandonata e desolata: vi è, tuttavia, un ultimo residente rimasto. Il suo nome è Yura, un uomo che non si è lasciato abbattere dal degrado dell’ambiente circostante e ha deciso di restare nella sua casa a due piani, prendendosene cura. Yura accoglie allegramente ogni curioso visitatore come fosse un suo ospite e difende con determinazione la sua scelta di vita.

Quando visitare Verkhnyaya Gubakha

La città fantasma, con il suo aspetto spettrale e suggestivo, è spesso meta prediletta da fotografi ed esploratori. Per questo motivo, nonostante il luogo non sia stato reinsediato, sono stati costruiti cottage estivi e alcune residenze permanenti ai margini di Verkhnyaya Gubakha. Le linee elettriche sono state recentemente rinnovate ma non è presente acqua corrente, fornita dalle autorità una volta a settimana.

Il periodo migliore per visitare la città fantasma è fine giugno, quando si svolge il festival Gubakha ALIVE. Gli organizzatori del festival allestiscono ricostruzioni storiche, una fiera, gare sportive e tour.

Verkhnyaya Gubakha e l’arte

Nel 2019, inoltre, il fascino di Verkhnyaya Gubakha è stato sfruttato per girare alcune scene di un film tratto dal romanzo Il cuore di Parma dello scrittore russo Akexei Ivanov.