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Quota 100: requisiti, funzionamento e come fare domanda

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Le finestre di uscita per richiedere la pensione anticipata sono cambiate: tra le novità introdotte c'è anche l'opzione donna.

La riforma sulle pensioni prevista dalla Legge di Bilancio 2019 modifica il meccanismo della Riforma Fornero (governo Monti). Il decreto legge del 28 gennaio 2019 regola le modalità di accesso alla pensione tramite l’opzione quota 100, il pensionamento anticipato e l’opzione donna. Tale metodo è stato lanciato quest’anno in via sperimentale e sarà valido almeno per i primi due anni. Tra le novità introdotte ci sono anche l’Ape sociale e la pace contributiva.

Quota 100: requisiti e opzioni

I lavoratori che hanno maturato gli anni necessari possono richiedere il pensionamento tramite l’opzione quota 100. Attraverso il sito ufficiale dell’Inps è possibile accedere alla sezione “Domanda di pensione“, compilare la richiesta e inoltrare la domanda. Il modulo si può compilare online con le stesse modalità della richiesta di pensionamento normale. Basterà fare il login con le proprie credenziali e il codice pin. Per poter beneficiare di questa misura, però, occorre essere in possesso di determinati requisiti. Innanzitutto, è necessario avere almeno 62 anni di età e 38 di contributi. I lavoratori appartenenti al settore privato che avranno maturato questi requisiti entro il 31 dicembre 2018, potranno andare in pensione già da aprile 2019. Altrimenti si potrà inoltrare la richiesta dopo 3 mesi dal raggiungimento delle soglie. Invece per i lavoratori nel settore pubblico ci sarà la possibilità di andare in pensione ad agosto 2019 solo se si raggiungeranno i requisiti necessari entro il 31 marzo 2019. Dal momento del possesso dei requisiti occorre attendere almeno 6 mesi per la richiesta. Fanno eccezione i lavoratori nel settore scolastico. L’uscita, in questo caso, è prevista per settembre 2019 a seguito della presentazione delle domande entro il 28 febbraio 2019.

L’opzione donna e l’Ape sociale

Secondo le disposizioni previste dal decreto attuativo, le donne che avranno raggiunto 58 o 59 anni di età (in base all’appartenenza al settore pubblico o privato) e almeno 35 anni di contributi potranno presentare la richiesta. Un’altra finestra di uscita per le donne è il raggiungimento di 41 anni e 10 mesi di contributi. Per gli uomini, invece, occorre un anno di contributi in più.

L’Ape sociale, infine, è un ulteriore trattamento pensionistico in vigore dal 1° gennaio al 31 dicembre 2019: consiste nel raggiungimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia. In questo caso i requisiti di accesso sono molto stretti: si richiedono almeno 63 anni di età e 30 o 36 anni di contributi. Per le lavoratrici è possibile usufruire del bonus di un anno per ogni figlio nato.

Pace contributiva: come funziona

Per il triennio 2019/2021 il decreto ha previsto la pace contributiva, un meccanismo utile al recupero di periodi temporali pregressi e non utili per i fini pensionistici. Con questo meccanismo è possibile riscattare la laurea entro i 45 anni e con condizioni agevolate. Inoltre, si può richiedere il riscatto di periodi di vuoto contributivo per un massimo di 5 anni. La pace contributiva è perseguibile soltanto dai lavoratori privi di anzianità contributiva ed è vietata ai soggetti già pensionati. In tutti i casi, i periodi riscattabili devono essere obbligatoriamente antecedenti al 29 gennaio 2019.

Il calcolo dell’onere si basa sul metodo dell’aliquota percentuale, cioè moltiplicando le retribuzioni percepite nelle ultime 52 settimane antecedenti l’operazione moltiplicate per l’aliquota contributiva IVS della gestione assicurativa presso la quale si esercita il riscatto. Rispetto al calcolo dei normali oneri, la novità è la possibilità di detrarre la cifra dai redditi fino al 50% nei cinque anni successivi con rate costanti. L’onere si potrà versare in un’unica soluzioni o in alternativa con 60 rate mensili senza interessi.