Lo Stato dell’America Centrale, El Salvador, è uno dei Paesi con la legislazione più restrittiva al mondo sull’interruzione di gravidanza. Una donna, identificata con il nome Esme, è stata tenuta in custodia cautelare per due anni dopo avuto un aborto spontaneo nel 2019 nel mezzo di un’emergenza ostetrica ed è stata ora condannata a 30 anni di carcere.
El Salvador, la sentenza che condanna Esme
La dura sentenza è arrivata lunedì 9 maggio, dopo che Esme era stata rilasciata ad ottobre 2021. Morena Herrera, presidente dell’organizzazione Gruppo Cittadino per la Depenalizzazione dell’aborto, ha commentato così la vicenda: “La sentenza è un duro colpo sulla strada per superare la criminalizzazione delle emergenze ostetriche che, come ha già sottolineato la Corte interamericana dei diritti umani, devono essere trattate come problemi di salute pubblica.”
La battaglia legale
Nel frattempo, però, la battaglia legale non si arresta. L’avvocato di Esme, Karla Vaquerano, ha spiegato che il giudice ha agito con parzialità: “Il giudice ha accolto la versione della Procura generale, che era carica di imprecisioni e stereotipi di genere. Presenteremo un altro appello.”