> > Elena Del Pozzo, diffusi i risultati dell'autopsia. Il procuratore: "Uccisa c...

Elena Del Pozzo, diffusi i risultati dell'autopsia. Il procuratore: "Uccisa con più di 11 coltellate"

Elena Del Pozzo autopsia

I colpi con i quali Elena Del Pozzo è stata uccisa sono compatibili con quelli di un coltello da cucina. Questo è ciò che emerge dall'autopsia.

Ciò che emerge dall‘autopsia della piccola Elena Del Pozzo è a dir poco agghiacciante. La piccina è stata uccisa con più di undici colpi, compatibili con un coltello da cucina. Lo ha fatto sapere il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro.

Elena Del Pozzo, diffusi i risultati dell’autopsia

L’esame autoptico della bimba di 5 anni è stato effettuato nella giornata di venerdì 17 giugno presso l’ospedale Cannizzaro di Catania. Stando a quanto dichiarato dal procuratore catanese degli undici colpi che la madre Martina ha inferto alla piccina solo uno sarebbe stato mortale questo “perché ha reciso i vasi arteriosi dell’arteria succlavia, ma la morte non è stata immediata”. Non è tutto perché Elena ha esalato l’ultimo respiro oltre un’ora dopo il “pasto che aveva consumato a scuola intorno alle 13″. Dal racconto fornito da Martina Patti davanti al Gip Daniela Monaco avrebbe fatto tutto da sola in quel campo di Mascalucia, vicino alla loro residenza.

Si attendono gli esami tossicologici

Nel frattempo si attende l’esito dell’esame tossicologico attraverso il quale si potrà accertare se Elena è stata sedata prima che la madre compiesse quel gesto estremo. Oltre a ciò sono ancora molti gli elementi non chiari a cominciare dall’arma del delitto che secondo gli inquirenti potrebbe essere proprio un coltello da cucina.

Non ultimo resta da chiarire se Martina Patti possa avere davvero la sindrome di Medea, quel disturbo psichico che porta una persona a uccidere il figlio per vendetta del marito: “Siamo di fronte a una ‘follia fredda […] Ha agito in modo crudele per vendicarsi del marito, possiamo anche parlare di una ‘sindrome di Medea’, una persona che uccide la prole per vendetta verso il marito […] Sapeva che la bambina era profondamente amata e non voleva, a livello inconscio, che frequentasse la sua ‘concorrente usurpatrice’”, sono state le parole del criminologo Carmelo Lavorino ad Adnkronos.