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Elezioni 2018, decisa la data: il 4 marzo si andrà al voto

Elezioni 2018

Sembra che sia stata trovata una data per le elezioni 2018. Si tornerà alle urne il 4 marzo, dopo una intesa trovata tra i partiti e Mattarella.

Sembra che sia stata trovata una data definitiva per le prossime elezioni 2018. Si tornerà alle urne il 4 marzo, dopo una intesa trovata tra i vari partiti e il Presidente della Repubblica. La data ancora non è ufficiale, ma ormai sembra che non ci siano più dubbi in tal senso. Nei contatti che il Quirinale intrattiene con le varie forze politiche, infatti, il suggerimento che è stato indicato a Sergio Mattarella è stato praticamente univoco.

Elezioni 2018

Trovata una data per quanto riguarda le elezioni 2018. Il prossimo 4 marzo si tornerà infatti alle urne. L’accordo tra i vari partiti e il Presidente della Repubblica è qualcosa che ormai viene dato per certo. Anche se comunque ufficialmente non è ancora stata comunicata la data per le politiche, per le Regionali (come ad esempio in Lombardia) e per le amministrative di quei Comuni che sono ormai arrivati a fine mandato. Nei contatti del tutto ufficiosi che il Quirinale intrattiene con le diverse forze politiche, la proposta che è stata offerta al Presidente Mattarella è stata praticamente univoca.

A meno di clamorose sorprese dell’ultimo momento, dunque, le urne si riapriranno in occasione della prossima domenica 4 marzo del 2018. Quella scelto non è sicuramente un giorno a caso, in quanto rappresenta il primo giorno utile per la conclusione della legislatura, con l’approvazione della Legge di Bilancio che dovrebbe arrivare proprio negli ultimi giorni di dicembre prima dello stop e del voto per il biotestamento. Da quel momento ci sarà il via per la campagna elettorale.

In particolare, per le elezioni 2018 si voterà con la nuova riforma elettorale, il Rosatellum. Una legge che premia le coalizioni, con i collegi uninominali ridefiniti e anche con una quota di proporzione con liste decise dai diversi partiti. Per quanto riguarda le regionali in Lombardia, scendono in pista per la guida del Pirellone due bergamaschi. Giorgio Gori da una parte e Dario Violi dall’altra, che sfideranno il Presidente uscente, Roberto Maroni.

Camere sciolte il 27 dicembre

La legislatura ormai ha i giorni contati, tanto che il capo dello Stato è intenzionato ad annunciarne la fine esattamente fra due settimane, tra Natale e Capodanno. L’ipotesi che sta prendendo sempre più corpo è infatti quella che Mattarella possa sciogliere le Camere il prossimo 27 dicembre, proiettando in questo modo l’Italia verso le urne, previste, come già detto in precedenza il 4 marzo. Ieri il Presidente della Repubblica ha ricevuto a pranzo il Premier Gentiloni per il consueto pranzo che precede i vertici europei. Ma il tema non è stato comunque trattato.

L’idea di anticipare la fine della legislatura, che almeno formalmente si concluderebbe nel mese di marzo, nasce dall’intenzione di preservare il governo da qualsiasi tipo di intoppo parlamentare all’indomani dell’approvazione della Legge di Stabilità. Gli ultimi sviluppi politici consigliano di muoversi con velocità, ma anche con prudenza. La volontà è quella di evitare che l’esecutivo possa arrivare in qualche modo azzoppato alle prossime elezione 2018. Piuttosto dovrebbe rimanere del tutto integro se, per qualsiasi motivo, ce ne sarà bisogno dopo le elezioni. Per questo motivo, Gentiloni non rassegnerà il proprio mandato, ma dichiarerà terminato il suo compito.