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Elezioni 2018, Di Maio presenta ministri e Gentiloni attacca

Elezioni 2018

Intanto Renzi lancia l'appello: non bastano i leader, ora serve il tam tam degli elettori.

A quattro giorni dalle elezioni politiche, i vari partiti stanno cercando di assestare gli ultimi colpi della loro campagna politica, nell’intento di convincere gli indecisi a votare per loro. Una mossa che non passa solo da presunte promesse elettorali, ma anche dalla presentazione dei futuri ministri come ha fatto Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento 5 stelle. Ebbene sì, dopo aver presentato il generale Sergio Costa come ministero dell’Ambiente e Lorenzo Fioramonti per lo Sviluppo economico, altri tre nomi sono stati svelati da Luigi Di Maio al programma ‘Di Martedì’ condotto da Giovanni Floris. Si tratta Pasquale Tridico, economista di Roma Tre, per il ministero del Welfare; Alessandra Pesce per l’Agricoltura; e Giuseppe Conte per il ministero della deburocratizzazione e la meritocrazia. Gli altri nomi, sono stati dati invece direttamente al Presidente della Repubblica, con una mail diretta al Quirinale: “Rispetto il capo dello Stato – ha detto Di Maio – il mio è un gesto di cortesia”.

Elezioni 2018, l’ira di Gentiloni

La scelta di presentare i futuri ministri fatta da Di Maio per le elezioni 2018, non è piaciuta per niente all’attuale premier, Paolo Gentiloni, che intervenuto al cinema Adriano di Roma dove ha organizzato l’incontro con gli elettori del suo collegio, ha detto: “Siamo ancora in questa specie di festival surreale di proposte miracolose: siamo arrivati al primato assoluto che per la prima volta c’è un ‘governo ombra’ che si presenta prima delle elezioni”. Un attacco che non è piaciuto per niente al candidato premier del M5s che ha replicato: “Gentiloni pensa agli inciuci post voto. Il nostro non è un governo ombra, è alla luce del sole”.

Lo stesso Gentiloni, si è soffermato dopo sui risultati ottenuti dal suo governo, invitando a continuare su questa direzione, per non disperdere tutti i sacrifici fatti che hanno portato a buoni risultati: “Abbiamo tirato fuori il Paese dalla crisi più grave degli ultimi decenni – ha detto Gentiloni – i risultati non sono ancora arrivati alla sufficienza, sottovalutare questo sarebbe per noi sbagliare l’impostazione del nostro lavoro. Ma dobbiamo stare a testa alta sulla sicurezza – ha poi aggiunto – perché chi ha investito di più negli ultimi 15 anni sulle forze dell’ordine sono stati i governi del centrosinistra. Investire in sicurezza vuol dire anche risanamento delle periferie e del sistema sanitario universale”.

Renzi attacca Di Maio

Così come Gentiloni, anche Renzi attacca il candidato premier 5 Stelle e le sue iniziative: “Di Maio ormai parla soltanto di poltrone – ironizza il segretario dem – segno di una mutazione genetica: per anni siamo stati per lui i petrolieri, i banchieri, e ora viene a chiedere al Pd i voti per un suo governo. C’è un piccolo particolare Luigi che noi non ti votiamo perché ti reputiamo incompetente a guidare un Paese. E così la pensa la maggioranza degli italiani”.

Più che attaccare un suo avversario, Renzi prova a richiamare l’attenzione degli elettori dicendo che: “Sta nel rapporto personale la chiave di questi cinque giorni. Paolo Gentiloni si sta impegnando. Ma non servirà a niente il lavoro dei ministri e del segretario. O parte il tam tam dell’orgoglio o non riusciremo a raggiungere capillarmente tutte le persone. Andate a cercare tutti gli indecisi: o il Pd è primo partito o lunedì il Paese è più debole. Voglio che prendiate almeno tre denunce per stalking invece di guardare Di Maio in tv”.