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Elezioni Inghilterra, si riduce lo scarto tra Tory e Labour

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Diminuisce di nuovo lo svantaggio del Labour Party di Jeremy Corbyn nei confronti del Tory Party di Theresa May mentre la Gran Bretagna entra nell'ultima settimana prima delle elezioni dell'8 giugno. I media britannici riportano un aggiornamento del sondaggio di YouGov sulle percentuali nazionali...

Diminuisce di nuovo lo svantaggio del Labour Party di Jeremy Corbyn nei confronti del Tory Party di Theresa May mentre la Gran Bretagna entra nell’ultima settimana prima delle elezioni dell’8 giugno.

I media britannici riportano un aggiornamento del sondaggio di YouGov sulle percentuali nazionali di consenso, dopo quello di ieri sulla stima dei seggi nel prossimo parlamento. Il Labour adesso è salito al 39%, notevole passo in avanti rispetto al risultato ottenuto alle urne nel 2015, a quello del 2010 e persino a quello della terza e ultima vittoria elettorale di Tony Blair nel 2005, mentre i Tory restano ancorati al 42%. Lo scarto, solo poche settimane fa, si aggirava invece di media fra i 15 e i 20 punti a seconda degli istituti demoscopici. A parziale conforto di Theresa May, il fatto d’essere tuttavia considerata la figura più adatta per il ruolo di primo ministro da un 43% di intervistati, contro il 30 di Corbyn.

I programmi elettorali a confronto

Continua a non raccogliere consensi il nuovo programma elettorale dei Tory annunciato nei giorni scorsi, in particolare non sono piaciuti: i tagli ai benefici assistenziali agli anziani e ai disabili, oltre alla riduzione dei pasti gratuiti nelle scuole. Progetti che hanno provocato aspre critiche anche all’interno dello stesso partito conservatore, inducendo oggi la premier a fare una parziale marcia indietro sul welfare per gli anziani.

Di contro, il manifesto del Labour Party, prevede un programma “socialista” di nazionalizzazioni, istruzione gratuita e investimenti pubblici, nel dettaglio: Jeremy Corbyn intende elevare progressivamente la tassazione sulle imprese fino al 28% (il governo Tory ambisce a ridurre dall’attuale 20% al target del 17%), innalzare del 5% l’aliquota Irpef marginale, iniettare almeno 8 miliardi di sterline nel budget per l’assistenza, costruire 100mila case popolari, eliminare i contratti a “zero ore”, forme estreme di occupazione precaria che, francamente, meritano di essere quantomeno riformate.

Il possibile caos

A questo punto, il Parlamento inglese è “appeso”, cioè potrebbe trovarsi senza una maggioranza in grado di governare.

Siamo al giro finale di un anno da dimenticare per Londra, e quello che immagina YouGov nel suo sondaggio effettuato su un campione di 50mila elettori. è uno scenario da “caos”. Il margine fra Tory e Labour si riduce in questa proiezione al 4 per cento con i Tory che perdono la maggioranza assoluta di oggi (17 seggi) e il Labour che avanza senza però prendere il controllo del parlamento e rimanendo la seconda forza del Paese.

Impossibile immaginare, per le logiche di questo Paese, una Grande Coalizione fra queste due forze, che in questa campagna elettorale hanno aumentato le differenze ideologiche come mai prima d’ora. E che possa essere caos lo temono i mercati e la borsa, con la sterlina che è scivolata dello 0,5 per cento.

Parlando realisticamente, anche con questo margine sottilissimo i Tories vincerebbero, ottenendo una maggioranza di 45 seggi contro quelle attuale di 15, ma di molto inferiore ai 100 seggi pronosticati il mese scorso quando la leader conservatrice ha indetto le elezioni anticipate.