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Razzismo a Milano: "Soldi dalla gente come te non ne voglio"

razzismo a milano

Un edicolante si scaglia contro un giovane italiano di colore: nuovo episodio di razzismo in centro a Milano.

All’ombra della madonnina, nel cuore della città meneghina, si è consumato un nuovo vile episodio di discriminazione razziale. Matteo ha poco più di vent’anni, è nato a Galatina (in provincia di Lecce) da madre brasiliana e padre italiano, vive a Milano da qualche anno e mai avrebbe pensato di subire un atto discriminatorio così, alla luce del sole.

Il giovane racconta ai microfoni di Notizie.it di essersi recato presso un’edicola in zona Missori (in centro a Milano) per acquistare un biglietto per il trasporto pubblico milanese. La risposta del rivenditore è stata agghiacciante: “Io, i soldi da quelli come te non ne voglio“. Questo episodio di razzismo sottolinea quanto sia teso il clima dopo il raid di Macerata e le news che alimentano la psicosi attorno all’immigrazione clandestina.

Il post sui social

La denuncia del ragazzo giunge via social tramite uno stato su Facebook: “Andare dal giornalaio per comprare un biglietto della metro e sentirsi dire – Io, i soldi da quelli come te non ne voglio -ti fa perdere la fiducia che ti è rimasta verso il genere umano. Sentir parlare e vivere episodi di razzismo nel 2018 è davvero qualcosa di terrificante, soprattutto per me che sono nato e cresciuto in Italia. Scusate la mia ignoranza ma non ero a conoscenza che il colore della pelle fosse un requisito fondamentale per l’utilizzo e l’acquisto di biglietti per i mezzi pubblici“.
messaggio matteo fb

L’episodio di razzismo a Milano

Nella nostra intervista Matteo esordisce spiegandoci le dinamiche dell’accaduto: “Ero in zona Missori, stavo andando a prendere la metro e vado in uno di quei baracchini dei giornali. Avevo in mano il mio portafoglio, i soldi erano piegati per via della zip” – il giovane poi precisa che i suoi soldi non erano stropicciati e che di solito li piega proprio per non farli strappare – “Ho preso la banconota per pagare ma lui (l’edicolante) mi ha detto che soldi dalla gente come me non ne vuole… poi ha chiuso lo spioncino non rispondendo più alle mie domande“. La reazione di Matteo non è violenta ma esemplare: “A quel punto mi sono diretto verso un altro di quei baracchini per comprare il biglietto. Mi sono sentito una m***a“.

Alla nostra domanda volta a chiarire le intenzioni dell’edicolante, il ragazzo ci risponde in maniera sicura allontanando qualsiasi dubbio dalla motivazione del gesto del rivenditore e precisando che la risposta ricevuta non era l’effetto dello stato in cui era la sua banconota, ma era stata causata dal colore della sua pelle: “Ha chiuso lo spioncino! Come se volessi entrare a prendere il biglietto dopo il suo rifiuto. Il tutto poi in pieno centro! È assurdo“.

Matteo ci confessa che negli ultimi due anni gli è capitato più volte di notare atteggiamenti discriminatori nella vita di tutti i giorni. Il crescendo di questi micro episodi è spaventoso: questa tendenza culturale volta all’odio e all’acutizzazione della sensibilità verso il pregiudizio razziale è sicuramente da considerarsi come un indicatore, significativo per la comprensione del futuro politico del nostro paese.