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[Esclusiva] - Evasione Multinazionali in Italia - Intervista alla deputata PD Alessia Rotta

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In Europa è allarme evasione ed elusione fiscale delle multinazionali. Come evidenziato nel rapporto Ocse “Addressing Base Erosion and Profit Shifting”, commissionato dal G20, diverse multinazionali ricorrerebbero a strategie al fine di pagare per tasse societarie una cifra intorno al 5%, a dif...

In Europa è allarme evasione ed elusione fiscale delle multinazionali. Come evidenziato nel rapporto Ocse “Addressing Base Erosion and Profit Shifting”, commissionato dal G20, diverse multinazionali ricorrerebbero a strategie al fine di pagare per tasse societarie una cifra intorno al 5%, a differenza delle piccole imprese che pagano, in media, oltre il 30%.

In Italia, colossi come Google, Amazon ed Apple sono finiti nell’occhio del ciclone mediatico per aver dribblato il Fisco.

La stessa sorte è toccata recentemente alla Smartbox & Co sr.l. Le prime notizie sulla presunta evasione fiscale contestata alla multinazionale del cofanetto erano trapelate su una petizione pubblicata dal sito Activism.com. Notizie poi verificate da diversi quotidiani: tra questi, Lettera 43, Il Giornale e Il Fatto Quotidiano.

Secondo quanto pubblicato sui vari organi di stampa, un accertamento della Guardia di Finanza negli uffici della Smartbox & Co srl avrebbe portato alla luce 105 milioni di ricavi non dichiarati e 12 milioni di Iva dovuta e non pagata, relativamente al periodo 2009-2015.

A pochi mesi dalle prime notizie, si definiscono i contorni della vicenda. La macchina della giustizia prosegue e l’Agenzia delle Entrate dovrà dar seguito alla presunta evasione contestata dalle Fiamme Gialle.

D’altro canto, in questi mesi, la politica non è rimasta indifferente. La vicenda Smartbox ha suscitato l’interesse di Alessia Rotta, deputata veronese del Pd, ed è stato oggetto, a dicembre scorso, di un’interrogazione presentata dall’Onorevole al Ministero dell’Economia. Raggiunta telefonicamente dalla nostra redazione, la Deputata ha parlata della situazione Smartbox ma anche di evasione fiscale e delle azioni di contrasto messe in campo dal Governo.

Di seguito, l’intervista alla deputata Rotta, rilasciata in esclusiva a Notizie.it.

Siamo in attesa di una risposta, già sollecitata, su questa interrogazione da parte del Ministero, ha dichiarato l’Onorevole. Da quanto è dato sapere – non sono notizie esclusive, ma accertate – prosegue la deputata Rotta – lindagine è stata condotta dalla Guardia di Finanza. Questa evasione, o meglio esterovestizione – questa dovrebbe esse la fattispecie – è stata accerta e quindi si attende che si proceda alla richiesta da parte dellAgenzia delle Entrate dellIva.

Come si legge nel testo dell’interrogazione, la società Smartbox & Co srl, con sede a Milano e Roma, è il terminale italiano di un gruppo che ha ramificazioni internazionali. La società è controllata dalla francese Smart&Co sarl e consociata della Smartboc Experience Ltd, società di diritto irlandese controllata dall’irlandese Weekenddesk per il 99% e dall’Olandese Smart&Co Nv per l’1%. Sulla Smartbox & Co srl ha posto la lente d’ingrandimento la Guardia di Finanza, accertando circa 105 milioni di ricavi non dichiarati e oltre 12 milioni di Iva dovuta e non pagata tra il 2009 e il 2013. Le Fiamme Gialle avrebbero appurato la presenza di una “stabile organizzazione occulta” tra la società italiana e l’azienda madre. In teoria, la Smartbox & Co srl avrebbe dovuto limitarsi alla semplice fornitura di servizi ausiliari e preparatori, lasciando tutte le altre attività alla società irlandese. Secondo la Gdf, invece, la società che opera in Italia avrebbe svolto tutte le attività commerciali fiscalmente imputate all’azienda irlandese, beneficiando del vantaggioso sistema di tassazione irlandese.

Sul fronte del contrasto dell’evasione e dell’elusione delle multinazionali, la Deputata Pd annuncia nuovi provvedimenti in Delega fiscale:

Sono allo studio, anche nella Delega fiscale che la prossima settimana, nel prossimo Consiglio dei Ministri, dovrebbe vedere la luce, lintroduzione di provvedimenti, di norme che evitino questo.Da un lato stiamo cercando di ridurre il costo del lavoro, di tagliare lIrap, cioè di rendere competitive effettivamente le aziende italiane. Dallaltro lato sappiamo di questo fenomeno invalso, per cui basta avere la sede legale e poi quella fiscale altrove, per pagare le tasse allestero. E unevidenza che questo è un fenomeno da contrastare e quindi nella Delega fiscale sono previsti dei provvedimenti a riparare.

Sulle misure intraprese per attrarre gli investimenti delle imprese, l’onorevole Rotta dichiara:

La ricetta è molto semplice e stiamo cercando di attuarla. Perchè le imprese non investono in Italia? La giustizia è troppo lenta per cui occorre una riforma dellordinamento e del processo civile. Troppa burocrazia: stiamo cercando di snellirla con regole che siano chiare. Non meno regole in assoluto ma meno regole che siano conosciute dai lavoratori, dagli imprenditori. I Testi unici rendono complicato il rispetto e la conoscenza della norma e sicuramente rendono poco attrattivo in questo senso il nostro Paese. Ovviamente anche le condizioni economiche del paese in cui si lavora: a questo rispondono i provvedimenti attuati in Finanziaria, nellultima Legge di Stabilità. Parlo ovviamente delle contribuzioni per ogni lavoratore assunto e della riduzione dellIrap.

Non è solo una questione di norme continua l’Onorevole in tema di giustizia sui reati fiscali e di corruzione è una questione di norme e di prevenzione. Penso ad esempio allAnac di Cantone. Penso anche ad una questione di trasparenza. E passato forse inosservato ma il sito Soldi Pubblici, che certifica dove vengono spesi i soldi di tutte le amministrazioni, sia un grande antidoto. E per tornare allevasione: abbiamo inasprito con il ddl anticorruzione le norme per chi corrompe, parificando i reati ai grandi reati di mafia; abbiamo reintrodotto il falso in Bilancio (). Ci vogliono poche norme, severe. Ci vuole chi faccia rispettare queste norme. C’è chi, come i governi precedenti, ha tolto circa due miliardi alle forze dellordine; c’è chi ha reintrodotto la stessa cifra, cioè questo governo. Sul fronte evasione va ricordato il trattato che abbiamo siglato sullo scambio di informazioni con la Svizzera, che sarà attivo a partire dal 2018. E poi lo spesometro, ripartito proprio il 10 aprile. Noi mettiamo in campo una serie di strumenti che concorrono tutti allo stesso modo, alla stessa finalità, senza tentennamenti ().

Fondamentale, poi, come un mezzo di contrasto all’evasione fiscale l’informatizzazione degli adempimenti fiscali:

La rivoluzione che ci viene dallinformatizzazione – sottolinea la Deputata – rappresenta uneliminazione dellasimmetria informativa. Consente di acquisire le informazioni, in tempo reale, averle sotto gli occhi ed essere obbligati a renderle note. E un aiuto evidentemente enorme.

Lotta all’evasione e, parallelamente, taglio della spesa pubblica.

Tutti i provvedimenti attuati contro levasione fiscale non sono alternativi al taglio degli sprechi, evidenzia la Deputata. Noi stiamo procedendo ad una una marcia serrata sulla spesa pubblica (). Ma questo non si traduce in una riduzione dei servizi. Cera una organizzazione statale che in alcuni casi, anziché favorire un decentramento amministrativo a favore del cittadino, si è trasformata in organismi pletorici, che servivano soprattutto a chi li gestiva e a chi governava e non hanno prodotto efficienza, ma hanno prodotto viceversa inefficienza o mancato servizio per i cittadini, ma soprattutto aumento della spesa pubblica.

Commentando infine le dichiarazioni del vicepresidente della Commissione europea Dombrovskis sul pacchetto di misure sulla trasparenza fiscale varato recentemente dalla Commissione Ue, Rotta dichiara:

In linea di principio queste dichiarazioni dicono che in Europa si sta lavorando in questa direzione. E evidente che determinati provvedimenti dovrebbero prevedere luniformità almeno a livello europeo, perché questo aiuta lo sviluppo delle imprese, aiuta anche i diritti dei lavoratori, aiuta ad evitare un dumping di aziende che si muovono a seconda della tassazione dei diversi paesi creando infine anche dumping economico e sociale.