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Iran: eseguita condanna a morte per sposa bambina

Iran Zeinab Sekaanvand

Non c'è stato niente da fare per la giovane sposa bambina Zeinab. Nonostante gli appelli le autorità dell'Iran la hanno condannata a morte.

A nulla sono valsi gli appelli provenienti dalla associazioni umanitarie di tutto il mondo, e martedì 2 ottobre 2018 in Iran è stata eseguita la condanna a morte per Zeinab Sekaanvand. La giovane donna iraniana era stata condannata a morte perché, ancora minorenne, uccise il marito. Una sentenza che da quanto denuncia Amnesty International sarebbe da considerarsi profondamente irregolare, perché non solo Zeinab risultava minorenne al momento in cui ha commesso il reato. Ma sopratutto perché non le è stata data la possibilità di difendersi in tribunale, essendo il suo processo marcato da numerose irregolarità. La vicenda risale al 2011, anno in cui la ragazza- appena quindicenne – era stata obbligata a sposare il marito. La serie di abusi fisici e psicologici a cui l’uomo la avrebbe sottoposta la avrebbero portata a pianificare il suo omicidio.

La confessione estorta dalla polizia iraniana

Secondo la versione fornita da Amnesty alla giovane era però stata concessa assistenza legale solo durante le fasi terminali del processo, nel corso del 2014.

Al momento dell’arresto, avvenuto quando aveva compiuto 17 anni, la ragazza aveva infatti inizialmente ammesso l’omicidio, salvo ritrattare in un secondo momento la sua ammissione di colpevolezza. Stando a quanto raccontato al suo avvocato, infatti la confessione le sarebbe stata estorta con la forza da alcuni agenti di polizia. Da quanto in seguito riferito al suo avvocato, la responsabilità dell’omicidio del marito ricadrebbe sul fratello del marito, che avrebbe commesso l’omicidio del fratello dopo averne stuprato la giovane moglie.

Ma niente è riuscito a scalfire le certezze del sistema giuridico iraniano. Nonostante in un primo momento la sentenza di morte fosse stata rimandata a data da destinarsi. La ragazza era infatti rimasta incinta dopo essersi risposata con un detenuto: una gravidanza che non arrivò a termine, che terminò quando partorì un bambino morto. Stando a quanto riportato dai medici, il decesso del feto era da attribuire al forte shock subito dalla madre in seguito all’esecuzione della sua compagna di cella.

Inflessibile il sistema giuridico dell’Iran

E nonostante l’esistenza di un documento nel quale veniva accertata la grave forma di depressione che aveva colpito la giovane Zeinab, e nonostante la legge iraniana preveda che ai minori possa non applicarsi la pena di morte “se al momento del delitto non risultino in grado di comprendere la natura del loro crimine” per la giovane sposa bambina non c’è stato niente da fare. Infatti il referto, da quanto riferito da Amnesty, non è stato nemmeno preso in considerazione durante il processo.

Quello delle esecuzioni di minori resta uno dei gravi problemi umanitari del regime degli ayatollah. Dal 2005 infatti sono state più di 90 le esecuzioni del genere, e nelle carceri iraniane sono più di 80 i detenuti – minorenni al momento del reato – che sono in attesa del boia. Grave anche il problema delle spose bambine, che nonostante l’impegno profuso da alcune ONG e dalle istituzioni internazionali non accenna a migliorare. Un fenomeno che dalle ultime stime riguarderebbe oltre 15 milioni di bambine nel mondo.