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La crudele verità sul mercato della carne di cane in Cina

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La crudele verità sul Festival di Yulin, manifestazione che si svolge ogni anno, da nove anni, a partire dal 21 di giugno. Migliaia di cani macellati.

Un reportage esclusivo de Le Iene racconta la crudeltà del mercato della carne in Cina. Sono immagini difficili, che smuovono la coscienza di ogni amante degli animali, quelle catturate da Giulia Innocenzi e Francesca Di Stefano e giunte all’opinione pubblica italiana solo da poche ore. In realtà il Festival di Yulin – città prefettura della regione Autonoma di Guangxi Zhuang, a Sud della Cina – è una terribile manifestazione che si svolge ogni anno, da nove anni a questa parte, a partire dal 21 di giugno. Un evento puntualmente smentito dalle autorità cinesi e sminuito come un “fenomeno locale non autorizzato” ma che affonda le sue radici in un’antichissima tradizione culturale cinese e non solo. In molti paesi dell’Asia si mangia carne di cane tutto l’anno perché si ritiene sia nutriente afrodisiaca e aiuti a mantenersi in buona salute. Una questione culturale, certo, come in Italia è considerato normale mangiare carne di maiale, coniglio o cavallo. Se non fosse per la crudeltà inaudita che ruota intorno alla manifestazione di Yulin, punta dell’icerberg del mercato della carne di cane in Cina: per settimane i poveri animali vengono torturati, uccisi e sgozzati sulla strada. Senza alcun rispetto per le condizioni igieniche.

#Stopyulin: l’appello di Tiziano Ferro

Immagini terribili che documentano una realtà che il governo cinese cerca di tenere nascosta a causa delle proteste che ogni anno in tutto il mondo la manifestazione scatena. Per questo a Yulin è praticamente impedito agli stranieri di entrare, per paura che possano uscire immagini compromettenti per gli affari del mercato della carne di cane. Da Matt Damon a Tiziano Ferro, sono tantissime le voci nel mondo dello spettacolo che chiedono di fermare il massacro di cani. Con l’hashtag #Stopyulin, il celebre cantante ha lanciato con un video-appello un’iniziativa tutta italiana: un presidio di protesta davanti l’Ambasciata Cinese a Roma per chiedere di fermare il Festival di Yulin.

Yulin: migliaia di cani macellati

Sono migliaia i cani e gatti che vengono macellati ogni anno nel giorno del solstizio d’estate. Con una crudeltà che non conosce limiti: i poveri animali vengono stipati in gabbie piccolissime, presi con un punzone di ferro quando sono ancora vivi per essere esposti come carne da macello, vengono bastonati per essere storditi e infine sgozzati in mezzo alla strada. Una tradizione culturale che non giustifica certo le atrocità commesse e che rappresenta un pericolo per gli stessi consumatori di carne canina. Ogni anno muoiono di rabbia dalle 2000 alle 3000 persone a causa degli scarsi controlli sul processo di selezione e macellazione della carne.

Festival di Yulin: la battaglia di Davide Acito

Una realtà di atroci sevizie sconosciuta a larga parte dell’opinione pubblica, fino ad oggi. Eppure da cinque anni a questa parte c’è già chi si batte per fermare questo macello e lo fa partendo proprio dall’Italia. È Davide Acito, ha 31 anni, è originario di Matera ma vive sul lago di Garda e ogni anno in giugno torna a Yulin per fermare il massacro di cani. È grazie al suo coraggio se oggi esiste un centro di recupero per tutti i cani salvati dalla mattanza: “un villaggio per i cani, un’isola felice senza box o restrizioni che abbiamo infatti chiamato Island Dog Village E. F.”. Dove la sigla finale sta per Elisabetta Franchi, la stilista, attiva nel campo della protezione animali. L’associazione di Davide si chiama “Action Project Animal” ed ha un progetto – Operazione Yulin – interamente dedicato a quello che succede in Cina. Per chi fosse interessato a contribuire economicamente o direttamente, prestando servizio sul campo o adottando uno dei cani salvati dall’associazione esiste un indirizzo mail (actionprojectanimal@gmail.com) e un sito dedicato.