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Mamma si suicida: soffriva di depressione post partum

Mamma si suicida: soffriva di depressione post partum

Manchester, una mamma di 30 anni si è tolta la vita perchè temeva le avrebbero tolto sua figlia. La donna soffriva di depressione post partum.

Si uccide per non perdere la sua bambina. Magdalena Honour, di 30 anni, aveva tutto: un marito che la sosteneva, una figlia che le avrebbe dato tante soddisfazioni. Sul ritratto della famiglia felice, però, si è fatta avanti un’ombra: quella della depressione post parto. Un male molto comune tra le neo mamme, che hanno da poco avuto un figlio. Magdalena è stata inizialmente sostenuta dalla famiglia, ma la depressione non ha fatto che peggiorare. I medici le hanno consigliato il ricovero in una clinica, ma la 30 enne, ormai in preda in uno sconforto totale, ha iniziato a diffidare di tutti. Alla fine, si era convinta che la soluzione della clinica fosse una scusa per allontanarla dalla bambina e tale convinzione l’ha portata a compiere il tragico gesto.

Depressione post partum

Un paradosso pericoloso. Agli occhi dei più, la depressione dovrebbe essere l’ultima cosa a cui si pensa, nel momento in cui una mamma partorisce e conclude una gravidanza di circa 9 mesi. Un lieto evento che – paradossalmente – potrebbe invece portare a uno stato depressivo. Le prime a non riconoscere i sintomi della cosiddetta depressione post partum sono proprio le neo mamme. In un’intervista sull’argomento da parte del sito Nostrofiglio, la psichiatra Franca Aceti ha spiegato che “La nascita è per definizione un lieto evento, e in generale si fa fatica a capire perché una neomamma dovrebbe stare male in un momento del genere. E invece è possibile e anche frequente”.

I primi sintomi della depressione

Se ammettere la depressione è difficile, riconoscerla è piuttosto semplice. Inizialmente, un primo malessere si presenta con i sintomi del cosiddetto Maternity Blues, “una sorta di tristezza del post parto che colpisce in genere 3-4 giorni dopo la nascita del bambino e dura al massimo una settimana, durante la quale si può soffrire di umore labile, con facile tendenza al pianto, tristezza, ansia, irritabilità, difficoltà di memoria e concentrazione”, ha spiegato Mauro Mauri, direttore dell’UO di Psichiatria universitaria 2 dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana al sito di Nostrofiglio. Secondo quanto dichiarato dal direttore, ancora non si potrebbe parlare di disturbo, ma piuttosto di una condizione quasi fisiologica. Inoltre, grazie alla vicinanza della famiglia e il sostegno, tale condizione passerebbe da sola.

Evoluzione dello stato depressivo

Tra le motivazioni alla base per lo sviluppo dei sintomi, è presente anche la difficoltà da parte della madre di allattare il proprio figlio. Secondo quanto dichiarato dal marito di Magdalena, la 30 enne non era riuscita ad allattare sua figlia appena nata, cosa che le ha provocato questo disturbo. Purtroppo, la “tristezza” può evolversi in uno stato depressivo vero e proprio, nei cui confronti – dicono gli esperti – bisogna intervenire tempestivamente. I dati riportati da Nostrofiglio parlano di una percentuale oscillante tra il 10 e il 15% dei casi a 3 mesi dal parto. L’aggravarsi delle condizioni della mamma depressa è determinato da uno stato di ansia, angoscia e apatia crescente. La soluzione è quella di rivolgersi a un medico, meglio se uno specialista o uno psichiatra. Il contesto ideale sarebbe all’interno di una struttura ospedaliera o specializzata.