Paola Marras “Going, going, gone…”. Con queste tre parole Banksy commenta la sua ultima creazione, che stavolta ha lasciato di stucco ancora più persone. In particolare una, quella che si era appena aggiudicata all’asta “Girl With Balloon”. Non ovviamente il murale apparso per la prima volta nel 2002 a Great Eastern Street, a Londra. Quella battuta ad un’asta di Sotheby’s era infatti una tela realizzata con vernice spray e colori acrilici. Era, perché si è autodistrutta.
L’ultimo attacco d’arte di Banksy
Una volta iniziate le contrattazioni, venerdì 5 ottobre, le quotazioni dell’opera sono salite subito vertiginosamente. Alla fine, il quadro con la “ragazza con il palloncino” (quello a forma di cuore che fluttua lontano da lei) è stato venduto per poco più di un milione di sterline. Appena però il martelletto del banditore ha battuto il colpo che indicava la chiusura dell’asta, un meccanismo nascosto all’interno della cornice si è azionato. In pochi secondi, la tela si è quindi autodistrutta per metà, perché passata all’interno di un distruggidocumenti.
In base a quanto riportano i media inglesi, oltre all’acquirente anche Sotheby’s è rimasta scioccata e stupita di quanto accaduto. “Non abbiamo mai vissuto una situazione simile in passato. – assicura l’importante casa d’aste britannica – Stiamo discutendo con il compratore per valutare il da farsi”. Quel che per tutti è certo è che si è trattato comunque di un’altra “brillante idea di Banksy“.
Sotheby’s precisa infatti: “L’incidente inaspettato è diventato folclore del mondo dell’arte istantanea e sicuramente è la prima volta che in un’asta un’opera d’arte si distrugge da sola dopo il colpo di martelletto”. Qualcuno però dubita che sia avvenuto tutto automaticamente, e c’è chi si domanda se Banksy (la cui identità è ancora avvolta nel mistero) fosse presente fisicamente all’asta e se quindi sia stato lui ad azionare il meccanismo.
