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Pesci nel Mar Morto come nella profezia di Ezechiele

mar morto

Il fotoreporter israeliano Noam Bedein immortala i pesci nel Mar Morto, come da profezia del profeta Ezechiele sulla fine del mondo.

Tornano i pesci nel Mar Morto. Il “mare di sale” come viene chiamato in ebraico non è d’altronde sempre stato così privo di vita. La zona diventò arida e inospitale solo dopo che il Signore distrusse Sodoma e Gomorra. Come si legge nella Bibbia, però, un giorno tutto ritornerà rigoglioso e “il pesce vi sarà abbondantissimo”. Ma unicamente al sopraggiungere della fine del mondo, come da profezia di Ezechiele.

Mar Morto torna alla vita

Il Mar Morto, che bagna Israele e la Cisgiordania, ha una salinità del 37 per cento, quasi dieci volte più salato dell’Oceano. Questo perché gli immissari come il Giordano e il Wadi Mujib non riescono a compensare l’evaporazione dell’acqua. Non a caso in ebraico tale enorme bacino viene chiamato “mare di sale”, ambiente che ovviamente non favorisce il prolificare di specie marine. Non è però sempre stato così, almeno a leggere la Bibbia. “Tutta la valle del Giordano era un luogo irrigato da ogni parte, prima che il Signore distruggesse Sodoma e Gomorra” si legge infatti nel capitolo della Genesi 13:10.

Ed anche oggi “il Mar Morto è tutt’altro che morto. È l’ottava meraviglia del mondo” scrive Noam Bedein. Il fotoreporter israeliano del Dead Sea Revival Project ha infatti immortalato pesci, microrganismi e vegetazione in crescita nelle doline del Mar Morto. Ciò non deve essere interpretato però necessariamente come un buon segno, anzi. In base alla profezia di Ezechiele infatti l’acqua dolce proveniente da Gerusalemme avrebbe riportato la vita nel Mar Morto, ma solo al sopraggiungere della fine del mondo.

In Ezechiele 47:8-9 si legge infatti: “Queste acque escono di nuovo nella regione orientale, scendono nell’Araba ed entrano nel mare: sboccate in mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il fiume, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giungono, risanano e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà”. E ancora (Ez. 47:12): “Lungo il fiume, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui fronde non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina“.

Nonostante la bellezza di tale scenario, Noam Bedein avverte che attualmente però il Mar Morto è al centro di “una vera e propria catastrofe ambientale” perché “ogni giorno perde l’equivalente di 600 piscine olimpiche di acqua”. “La prossima generazione non potrà godere del Mar Morto come lo conosciamo oggi” sottolinea infatti. A monte di questo la deviazione, fatta negli anni ’50 del secolo scorso, del fiume Giordano che si era resa necessaria per raccogliere acqua potabile e per l’irrigazione dei campi.