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Trump "Khashoggi è morto, Riad pagherà se responsabile"

Trump riconosce la morte di Khashoggi

Il presidente Trump ha riconosciuto la morte del giornalista Jamal Khashoggi. Il NYT ha rivelato il nome del capro espiatorio di Riad.

Il riconoscimento da parte di Donald Trump della morte di Jamal Khashoggi, il giornalista saudita ucciso e fatto a pezzi nella residenza del console di Riad a Istanbul, arriva a 16 giorni dal delitto. Il presidente americano, intervistato dal New York Times, ha parlato di risultati dell’intelligence in merito all’omicidio “provenienti da ogni parte”. “È una brutta storia”, ha commentato, e se verrà provato il coinvolgimento della corona saudita “le conseguenze saranno severe“.

Omicidio Khashoggi, il capro espiatorio

Il segretario di Stato Mike Pompeo è recentemente rientrato a Washington dalla missione in Arabia Saudita e in Turchia. Pompeo ha assicurato che il principe saudita Mohammed bin Salman, considerato coinvolto nel caso Khashoggi, si è dimostrato disposto a fare chiarezza sull’argomento. Secondo il New York Times, la Casa Bianca sarebbe in possesso di delicate informazioni relative al nome scelto da Riad da sacrificare per allontanare i sospetti dalla corona ed evitare una grave crisi internazionale. Il “capro espiatorio” sarebbe il generale Ahemd al-Assiri, uno dei vertici dei servizi segreti sauditi, nonché consigliere personale del principe bin Salman.

Diverse Ong internazionali (Human Rights Watch, Amnesty International, Committee to Protect Journalists e Reporters Without Borders) hanno richiesto all’Onu di avviare un’indagine indipendente. Fino ad ora, infatti, l’inchiesta è stata condotta congiuntamente da investigatori turchi e sauditi. Ma il Palazzo di Vetro ha dichiarato che interverrà “solo se tutte le parti coinvolte lo chiedono o se c’è un mandato legislativo da parte di un organo delle Nazioni Unite”.

Nel frattempo, continua la presa di distanza, anche economica, dell’Occidente dall’Arabia Saudita. Le conseguenze pesano anche sul piano economico. Ne sono un esempio le defezioni dai finanziamenti alla “Davos del deserto”. Dopo il Regno Unito, la Francia e l’Olanda, il forfait arriva anche dagli Usa. Lo ha annunciato il segretario del Tesoro Steven Mnuchin.