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Scozia, 21enne si suicida in carcere: "vittima di bullismo"

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I genitori di una ragazza che a 21 anni si è tolta la vita raccontano di come la figlia fosse costretta a girare nuda per il carcere.

In Scozia una ragazza di 21 anni si è suicidata in carcere, dove stava scontando una pena di 16 mesi perché aveva investito un’adolescente con la sua auto, guidando ubriaca e non fermandosi a soccorrerlo. Per Katie Allan, studentessa della Glasgow University, si sono così aperte le porte della prigione di Polmont, vicino a Falkirk. Da quel momento è iniziato per lei un incubo. I genitori della 21enne sostengono infatti che Katie sia stata vittima di atti di bullismo in carcere, che l’hanno portata a maturare la decisione di togliersi la vita.

Bullizzata in carcere

“Non avrebbe mai dovuto essere lì dentro, era terrorizzata. Era stata presa di mira dalle altre detenute per il suo carattere affabile” affermano i genitori. La mamma racconta per esempio di come la figlia sarebbe stata costretta a sfilare nuda davanti al personale della prigione. Il padre punta invece il dito direttamente contro gli addetti della sorveglianza perché, a suo giudizio, hanno chiuso un occhio nonostante Katie continuasse a subire vessazioni.

L’autopsia ha rivelato infatti che la giovane si era provocata atti di auto-lesionismo su tutto il corpo. Inoltre, durante questo periodo di detenzione aveva perso l’80% dei capelli a causa di un’alopecia da stress. Nonostante questo, pare che nessun medico abbia valutato la possibilità che Katie Allan avrebbe potuto uccidersi. I genitori hanno scoperto inoltre che il giorno prima del suicidio un secondino avrebbe detto alla 21enne che sarebbe stata trasferita in una sezione ancora più severa della prigione di Polmont se non avesse smesso di lamentarsi.

Linda e Stuart, i genitori di Katie, non chiedono solo giustizia per la figlia ma annunciano che avvieranno una campagna di sensibilizzazione al fine di chiedere una seria riforma del sistema di giustizia penale scozzese. Interpellato sulla questione, un portavoce del Servizio penitenziario precisa solamente: “Non possiamo offrire ulteriori commenti sulle circostanze che circondano la morte della signora Allan prima dell’inchiesta sulla sua morte”.