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Sceglie di partorire in casa, ma il bambino muore

donna incinta

Pratica il Free Birth, sola con il marito ma a causa di complicazioni il bambino muore. La donna è accusata su Facebook.

In California una donna decide di partorire in casa secondo la pratica del Free Birth. Troppo tardi arriva in ospedale, per il bambino non c’è più niente da fare. Dopo aver raccontato il suo dolore sul gruppo Facebook, viene additata come l’unica responsabile per la morte de figlio. La fondatrice chiude il gruppo sul social.

La tragedia

E’ la drammatica vicenda che vede protagonista una donna americana, conosciuta con il nome di Lisa, che ha scelto di far nascere il proprio figlio con la pratica denominata Free Birth. Tale pratica consiste nel tentare di ritornare alle origini, mettendo al mondo il proprio bambino in casa o in un luogo che la donna ritiene confortevole, da sola, senza l’aiuto di medici o personale specializzato, se non quello dei propri famigliari. Lisa aveva raccontato la propria gravidanza su un gruppo Facebook, specificando di aver voluto vivere quei nove mesi nel modo più naturale possibile, ossia senza controlli, senza analisi e partorendo nella loro casa isolata in California alla sola presenza del marito. Il travaglio è stato molto lungo e, come spesso può accadere ci sono delle complicazioni, ma nonostante fosse evidente che qualcosa non andava per il verso giusto, la donna non ha chiesto aiuto e non si è recata in ospedale immediatamente. Sempre su Facebook ha raccontato che il travaglio è durato sei giorni, ma solo dopo ha deciso di recarsi nel nosocomio più vicino. Purtroppo ormai era troppo tardi, per il piccolo non c’è stato nulla da fare.

Il racconto e gli insulti su Facebook: il gruppo chiude

La donna stessa ha raccontato i momenti terribili sul social. La sua condivisione del dolore è stata per gli haters l’appiglio per accusarla dell’uccisione del bambino. Lisa è stata presa di mira e additata come l’unica responsabile per la morte del figlio insieme al marito. Ma gli haters non si sono fermati, a questo hanno aggiunto anche delle minacce di morte. L’intero gruppo Facebook della Free Birth Society è stato preso di mira, tant’è che la fondatrice che lo gestiva ha deciso di chiuderlo. Nel post pubblicato sul social si legge che gli haters hanno montato la storia del coinvolgimento della donna circa la tragedia provata da Lisa, in realtà inesistente. Non cambiando le proprie convinzioni circa i principi fondamentale della Free Birth (le donne possiedono i propri corpi e le loro nascite), per proteggere se stessa e chi fa parte del gruppo, la fondatrice ha scelto di eliminare il gruppo da Facebook. Ma la società non chiude, d’ora in poi l’unica forma di comunicazione sarà la posta elettronica perchè scrive: “Questo non è il tempo di nascondersi, ma di essere più potenti”.