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Due anni dalla vittoria di Trump contro Hillary Clinton

Trump presidenza due anni

Le elezioni Midterm chiudono i primi due anni di presidenza di Donald Trump, eletto 45esimo leader Usa dopo la vittoria contro Hillary Clinton.

Le elezioni Midterm hanno segnato la fine dei primi due anni della presidenza di Donald Trump. Il tycoon è stato eletto 45esimo leader degli Stati Uniti il 20 gennaio 2017, dopo una dura battaglia contro la candidata democratica, Hillary Clinton. Gli esperti ricordano la campagna elettorale del 2016 per i toni aspri e per il risultato definito “sorprendente”. Trump ha infatti conquistato il titolo di presidente grazie ai voti ottenuti tra i grandi elettori che compongono il Collegio elettorale: 304 su 538. A livello popolare, invece, la vittoria è stata registrata dalla Clinton, con un vantaggio di quasi 3 milioni di elettori. Trump è stato dunque eletto senza la maggioranza a livello federale.

“Make America great again”

La presidenza di Donald Trump è nota per la strenua difesa della sovranità nazionale, al grido di “America First” e “Make America Great again“. La Casa Bianca ha posto un freno all’integrazione globale, a favore del rafforzamento della produzione industriale e dell’espansione commerciale come misura della leadership statunitense nel mondo. Mario Del Piero, professore di Scienze politiche a Parigi, ha commentato: “Il paradosso – e uno dei grandi limiti – del trumpismo è che a uno sguardo più attento questa iper-realpolitik mostra un evidente deficit di realismo”. Difficile stabilire se l’America di Trump sia davvero “più forte” e “più sicura” come affermato dal presidente, dal momento che si tratta di parametri non misurabili perché non oggettivi.

Make america great again

Pil e disoccupazione

Dal punto di vista economico, nei primi due anni di mandato gli indici di borsa hanno registrato una indubbia crescita (seppur con un rallentamento nei tempi più recenti). Anche il Pil è cresciuto, grazie al taglio delle tasse voluto dal partito repubblicano per favorire le grandi imprese. Ma, secondo gli esperti, l’effetto positivo della politica economica di “The Donald” si vedrà solo sul breve periodo. Aumenterà, invece, il deficit a lungo termine. Il suo predecessore, Barack Obama, durante un comizio in occasione delle Midterm, non ha potuto fare a meno di ricordare che l’aumento del Pil e il calo della disoccupazione sono iniziati ben prima del mandato di Trump.

Immigrazione e sicurezza

Dopo averlo annunciato in campagna elettorale, il 25 gennaio 2017 Trump ha emanato un ordine presidenziale per la costruzione di un muro tra Usa e Messico. Un anno dopo, la sua amministrazione ha chiesto lo stanziamento di 18 miliardi al Congresso per il potenziamento delle difese al confine. Del muro il presidente è tornato a parlare in vista delle Midterm, descrivendolo come necessario per arginare “l’invasione” della carovana di migranti provenienti dal centro America.

Il mandato del tycoon si è aperto all’insegna delle polemiche per l’emanazione del Muslim Ban. Il 27 gennaio 2017, il presidente ha imposto un blocco (della durata di 90 giorni) all’ingresso degli immigrati provenienti da sette Paesi “dall’alta attività terroristica”. Trump ha inoltre proposto la sospensione del programma per l’accoglienza dei rifugiati. Le misure sono state bloccate da una sentenza del tribunale di Washington. Nel mese di giugno 2018, un nuovo scandalo è scoppiato in seguito alle nuove restrizioni imposte al confine con il Messico. Più di duemila bambini sono stati separati dai genitori e tenuti a lungo in costruzioni che ricordano delle prigioni.

Donald Trump

Politica estera

In politica estera, gli esperti sottolineano come Trump punti a una maggiore libertà di azione degli Stati Uniti sul piano internazionale, anche a costo di allentare i legami con i propri alleati storici. Per difendere gli interessi della nazione, il presidente ha ritirato gli Usa dagli accordi sul clima di Parigi e dall’Unesco.

Il primo anno della presidenza Trump è stato caratterizzato da una crescente e preoccupante tensione con la Corea del Nord. Il leader nordcoreano ha lanciato, durante un’esercitazione nel Mar del Giappone, una serie di missili per colpire le basi americane. Gli Usa hanno risposto con la progettazione di uno scudo missilistico. A luglio 2017, la Corea ha testato (con successo) un missile intercontinentale in grado di colpire gli Stati Uniti. Allo scontro a distanza è seguito un momento di distensione tra le due potenze. Il 12 giugno 2018, Trump e Kim Jong-Un si sono incontrati a Singapore. Al vertice è seguita la promessa del disarmo da parte della Corea del Nord e un avvicinamento tra i due Paesi.

Usa Corea

Vertice bilaterale anche con Vladimir Putin, a luglio 2018. Prima di allora, l’amministrazione Trump aveva approvato l’estensione delle sanzioni alla Russia per l’invasione della Crimea. Durante il vertice di Helsinki, il presidente statunitense ha dichiarato di non credere alle accuse di ingerenza russa nelle elezioni del 2016. Tale affermazione lo ha esposto a critiche anche all’interno del proprio partito.

Trump e Putin

Ad aprile 2017, Trump ha approvato il primo intervento militare Usa contro le forze governative nella guerra in Siria. Gli aerei americani hanno lanciato 59 missili contro la base siriana ritenuta responsabile di un attacco chimico. Un secondo attacco si è verificato un anno dopo, con l’aiuto di forze francesi e britanniche. A maggio 2018, il presidente ha annunciato di voler ritirare l’America dall’accordo sul nucleare sancito con l’Iran. Risale al dicembre 2017, invece, il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele che ha attirato dure critiche dal mondo arabo.

Midterm, il GOP perde la Camera

Con le elezioni Midterm, Trump ha perso la maggioranza che deteneva in entrambe le Camere del Congresso. I democratici hanno infatti riconquistato (dopo otto anni) la maggioranza alla Camera bassa, mentre il GOP mantiene il controllo del Senato. Per gli ultimi due anni di mandato, dunque, il presidente dovrà fare i conti con un’opposizione più dura davanti alla richiesta di approvazione delle leggi. Non si è però avverato il timore repubblicano di “un’onda blu” che rischiava di abbattersi anche sugli Stati storicamente a maggioranza conservatrice. I repubblicani sono infatti riusciti a mantenere il controllo su Florida, Texas e Georgia. Le elezioni di metà mandato hanno però evidenziato un desiderio di rinnovamento da parte dell’elettorato americano. Sono diversi, infatti, i volti nuovi eletti al Congresso. Tra loro ci sono anche due deputate musulmane, due dichiaratamente omosessuali e Alexandria Ocasio Cortez, la più giovane donna mai entrata alla Camera.