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Omicidio Khashoggi: audio incastra il "capo" saudita

Jamal Khashoggi

Un'intercettazione telefonica effettuata dopo l'omicidio di Jamal Khashoggi mette in difficoltà l'Arabia Saudita e il principe ereditario.

Diffusa l’intercettazione di una telefonata effettuata poco dopo l’omicidio del giornalista ed editore Jamal Khashoggi, avvenuto il 2 ottobre 2018 all’interno dell’ambasciata di Riad a Istanbul. L’audio, in mano all’intelligence turca, potrebbe incastrare Mohammed bin Salman, anche se al momento non esistono prove che possano collegare il principe ereditario saudita al delitto.

Alla caccia del “capo”

“Di al tuo capo che la missione è stata portata a termine”. A pronunciare queste parole uno dei 15 membri del team saudita inviato nel consolato di Riad a Istanbul dopo l’omicidio di Jamal Khashoggi, ucciso il 2 ottobre 2018 all’interno dell’ambasciata. Questa frase è stata intercettata poco dopo il delitto del giornalista saudita. L’audio mette quindi ancora più in difficoltà il governo dell’Arabia Saudita, e in particolare Mohammed bin Salman.

Sarebbe lui il “capo” a cui si farà riferimento nella telefonata, il cui audio è stato condiviso dalle autorità turche con il direttore della CIA, Gina Haspel. Il New York Times, che ha riportato la trascrizione dell’intercettazione, specifica che attualmente non ci sono prove concrete contro il principe ereditario ma alcuni ufficiali dell’intelligence turca avrebbero riferito che il destinatario della telefonata sarebbe stato proprio uno dei consiglieri di Mohammed bin Salman.

Bruce O. Riedel, ex ufficiale della CIA e oggi appartenente al think tank Brookings Institution, afferma infatti: “Una telefonata del genere rappresenta quasi la cosiddetta ‘pistola fumante‘. È una prova piuttosto incriminante”. Da parte sua l’Arabia Saudita, in un comunicato, ha negato che il principe ereditario “fosse a conoscenza di qualsiasi tipo d’informazione” riguardante l’assassinio di Jamal Kashoggi.