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USA, spaccia la figlia malata per soldi: lei la uccide

blanchard uccide madre con fidanzato

Una donna spaccia la figlia per malata, e per anni la tiene isolata. Finché la ragazza e il fidanzato la uccidono con 17 coltellate

La madre la aveva costretta per anni in una bolla separata dal mondo reale. Aveva convinto tutti che sua figlia fosse gravemente malata, che fosse sopravvissuta al cancro e che avesse la distrofia muscolare. Per anni Claudine Blanchard, residente a Springfield, Missouri, era riuscita a far credere a tutti di essere l’amorevole mamma di Gypsy, tenera e malata bambina tragicamente costretta su di una sedia a rotelle. Claudine si occupava della sua istruzione, monitorava il suo uso di internet, e richiedeva donazioni per affrontare la tragica situazione di sua figlia.

Ma un giorno del 2015 qualcosa si è rotto. Sulla pagina Facebook, che madre e figlia avevano in condivisione, è apparso un messaggio che ha posto tutti i conoscenti in allarme: “Quella tr… è morta!”.

La polizia, raggiunta l’abitazione delle due, ha ritrovato la madre della ragazza, Claudine, che giaceva nel letto con 17 coltellate alla schiena. E nessuna traccia della figlia ventiquattrenne. Che solo in seguito si è riusciti a rintracciare, rifugiata a casa di quello che si è scoperto essere il fidanzato, Nicholas Godejohn.

La scoperta della polizia

I poliziotti, ritrovando la ragazza, non hanno potuto che constatare la sua perfetta salute. Poteva camminare e non aveva mai avuto il cancro. Tutte fantasie partorite dalla madre, in un probabile caso di “Sindrome di Munchausen”. Un tipo di disturbo psicologico che porta ad agire come se si fosse malati, provocandosi però i sintomi della malattia stessa. Che in questo caso ha portato la donna a proiettare malattie inesistenti sulla figlia.

Gypsy dovrà ora scontare una condanna di dieci anni di prigione, riconosciuta colpevole di omicidio di secondo grado. Il fidanzato della ragazza, Godejohn, sta invece affrontando in questi giorni un processo di omicidio di primo grado. Secondo quanto però sostenuto dalla difesa, il giovane, a cui sarebbe stato riscontrato un disturbo autistico, non sarebbe per questo in grado di poter pianificare un’omicidio efferato come quello della madre della fidanzata. Che andrebbe quindi riconosciuta colpevole di aver indotto il ragazzo all’omicidio della madre Caludine.