Lisa Pendezza Jaxton Liedl è morto a soli sei mesi, ucciso da una bambina di dieci anni. Il terribile episodio è avvenuto nell’asilo di Chippewa, nel Wisconsin. La bimba è accusata di aver preso a calci il piccolo e di averlo ripetutamente calpestato, fino a causarne il decesso. Lei ha negato le accuse e si è difesa raccontando che Jaxton è caduto a terra per errore, mentre lo stava tenendo in braccio. Una ricostruzione dei fatti che non ha convinto né la magistratura né il padre del bambino, Nate Liedl. L’uomo, intervistato da People, ha espresso il desiderio che la ragazzina venga sottoposta a un regolare processo. Secondo la legge del Wisconsin, infatti, ha raggiunto l’età minima per essere processata come un’adulta.
Il padre “Processatela come adulta”
“Quella bambina va processata come un’adulta. Mi sono presentato alla prima udienza perché volevo vederla negli occhi e farle capire che c’è gente che sta soffrendo per le sue azioni”, ha dichiarato il padre di Jaxton. “Non solo credo che vada giudicata come un’adulta, ma sono convinta che otterrà una pena tale da consentirle di farsi una propria vita, mentre nessuno mi riporterà mio figlio. Invece di vederla come una ragazzina di 10 anni, la vedo come la persona che ha ucciso mio figlio. Credo che meriti di stare in manette: è una criminale“. L’uomo ha inoltre escluso la colpevolezza della responsabile dell’asilo, che in quel momento doveva vigilare sia su suo figlio che sulla bimba: “La colpa non è di quella donna, ma della bambina. Nessuno poteva immaginare cosa aveva in mente”.
Al momento dell’omicidio, la bambina si trovava nella stessa struttura che ospita l’asilo di Jaxton. Vi era stata affidata dopo che un giudice ha deciso di revocare la custodia ai genitori naturali.
