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Violentato dal padre quando aveva 11 anni, lo denuncia

daniel dowling

Daniel Dowling ha denunciato il padre per averlo violentato quando aveva 11 anni. In Tribunale l'uomo si è giustificato: "era gay, dovevo curarlo".

Un uomo ha violentato, insieme alla compagna, il figlio gay di 11 anni. La vittima aveva già raccontato la storia, ma adesso ha deciso di rivelare la sua identità e quella di chi l’ha violentato. Daniel Dowling oggi ha 36 anni e ha raccontato al Sunday Mirror la sua storia. “Sono stato violentato da mio padre e dalla sua fidanzata. Gli abusi sono iniziati quando avevo 11 anni e sono durati per anni”.

Il racconto di Daniel

Daniel Dowling ha deciso di raccontare quanto gli è accaduto quando aveva solo 11 anni. “La cosa è iniziata perché ero un bambino femminile e lui diceva che violentandomi, avrebbe evitato che crescessi come un gay. La matrigna mi ha attaccato più di 10 volte in tre anni. Mio padre aveva il dovere di
proteggermi, invece mi hanno rubato l’innocenza e rovinato l’infanzia. Non potrò mai superare quei momenti”. Il 36enne ha poi raccontato alcuni dettagli delle violenze subite: “Mi costringeva a guardare video a luci rosse e dovevo fingere di provare piacere. Ero costretto ad avere rapporti a tre con loro, a
volte solo con lei mentre lui ci guardava e continuava a dirmi che mi avrebbe curato dall’essere gay”.

Padre e matrigna condannati

Richard Dowling e Annette Breakspear sono stati condannati a 5 e 8 anni di carcere. L’uomo ha provato a giustificarsi in Tribunale: “Ho tentato di guidarlo nella giusta direzione, perché mio figlio aveva una tendenza a essere gay”.

Daniel aveva già provato a denunciare i due quando aveva 16 anni, ma in quell’occasione la Polizia non gli credette. Nel 2015, però, si è fatto coraggio ed è riuscito a registrare il padre mentre al telefono ricordava le violenze a cui lo aveva sottoposto per anni: “Quando aveva 16 anni mi hanno fatto passare da bugiardo. Era mio dovere riprovarci. Molti mi chiedono ‘Perché adesso?’ io spiego a tutti che non è facile. Mi sono dovuto convincere a rivivere tutte quelle atrocità. Se la mia storia può aiutare anche solo un’altra persona, allora potrò ritenermi soddisfatto”.