Lisa Pendezza La Crimea continua a essere luogo di scontro tra Russia e Ucraina. Nella notte, il presidente ucraino Petro Poroshenko ha convocato un vertice straordinario del Consiglio nazionale di sicurezza e ha chiesto al Parlamento di dichiarare la legge marziale. La decisione è stata presa in seguito a un incidente avvenuto nello stretto di Kerch, tra il Mar Nero e il Mar d’Azov. Un tratto di mare di grande importanza strategica, perché separa la Russia dalla penisola di Crimea. Nelle stesse ore diversi manifestanti ucraini hanno dato fuoco ad alcune auto davanti all’ambasciata russa a Kiev.
Attacco nel Mar Nero
La marina ucraina ha accusato Mosca di aver deliberatamente aperto il fuoco contro le navi di Kiev. Diversi marinai sono stati feriti e tre navi ucraine sono state sequestrate dalla Russia dopo un inseguimento. Secondo quanto riportato da una fonte a Interfax, i vascelli coinvolti sarebbero il rimorchiatore Yany Kapu e due cannoniere, Berdyansk e Nikopol. L’incidente è stato confermato dalle autorità russe. Mosca ha però sottolineato che l’attacco è avvenuto dopo giorni di scontri nelle acque antistanti la Crimea. La marina ucraina è stata accusata di essere entrata illegalmente in acque territoriali russe e di aver impedito a Mosca l’accesso a mar d’Azov posizionando una petroliera all’ingresso dello stretto di Kerch.
Riaperto il traffico nello stretto
Alexei Volkov, direttore delle autorità portuali crimeane, ha comunicato alla Tass di aver disposto la riapertura dello stretto di Kerch al traffico marittimo. L’accesso sarà però consentito unicamente alle navi civili, non a quelle militari. “L’ordine è stato emesso circa alle 4 del mattino, le navi stanno già transitando nello stretto”, ha commentato.
