> > Kenya, polizia: Silvia Romano è viva e ancora nel Paese

Kenya, polizia: Silvia Romano è viva e ancora nel Paese

Silvia Romano

Le autorità locali ritengono che la volontaria italiana Silvia Romano, rapita il 20 novembre scorso in Kenya, sia ancora viva e ancora nel Paese

Il comandante della polizia regionale Noah Mwivanda, citato dall’emittente keniana Ntv, ha fatto sapere che Silvia Romano, la volontaria italiana rapita il 20 novembre 2018 in una località vicino a Malindi, sia ancora viva e ancora in Kenya. “Abbiamo informazioni cruciali, che non vi possiamo rivelare, che ci fanno pensare con certezza che Silvia Romano sia ancora viva e che la troveremo. “Abbiamo sul campo tutte le risorse necessarie per l’operazione e sappiamo che è ancora in Kenya”. Sono state queste le parole di Mwivanda durante un briefing sulla sicurezza.

Proprio alla vigilia di Natale era intervenuto sul caso della giovane volontaria anche il vicepremier leghista Matteo Salvini. “So che il ministero degli Esteri lavora giorno e notte, ci hanno chiesto di non entrare nel merito delle iniziative in corso”. E ancora: “Siamo fiduciosi, stiamo facendo tutto il possibile, con tutti i mezzi che uno stato ha a disposizione, per riportare a casa Silvia”.

Il triste Natale di Silvia Romano

Per giorno la polizia kenyana si è trincerata dietro il silenzio e il riserbo per “non compromettere le indagini”. Nel giorno di Natale l’ultimo, speranzoso, aggiornamento. Forze di polizia, forze speciali, servizi segreti italiani, stanno facendo di tutto per riportare in Italia la giovane volontaria. I lavori proseguono anche in questi giorni di festa. Da trentaquattro giorni Silvia è nelle mani dei suoi sequestratori. E’ stata rapita il 20 novembre scorso nel villaggio di Chakama, a 80 chilometri da Malindi, in Kenya, dove la cooperante italiana prestava la sua opera di volontaria per l’organizzazione Africa Milele.

La Romano si trova nell’area del Tana River, a sud del fiume, probabilmente nei pressi della cittadina di Garsen. Sarebbe questa l’unica notizia certa- Tutti ci auguriamo che venga ritrovata e liberata il prima possibile. A oltre un mese dal suo rapimento, anche il web fortunatamente ha cambiato atteggiamento. All’inizio la rete era piena di insulti e stupidaggini del tipo, “adesso quanto ci costa” oppure “che ci è andata a fare in Kenya”, “se voleva fare volontariato poteva farlo in Italia”. In pochi hanno sottolineato che una giovane donna è partita per il Kenya per inseguire un suo sogno, il desiderio di essere utile e sentirsi utile, di essere vicina a una popolazione, nella zona in cui operava, che ha poco o nulla.