Lisa Pendezza Paura a Bali, dove il vulcano Agung ha ripreso la sua attività con un’eruzione durante la quale ha emesso una colonna di fumo e cenere alta oltre 700 metri. La notizia è stata diffusa dalla Volcanology and Geological Mitigation Agency. Il portavoce dell’agenzia, Sutopo Purwo Nughro, ha dichiarato che una polvere bianca ha ricoperto diversi villaggi alle pendici del monte, nel distretto di Karangasem. Resta alta l’allerta sull’isola, sebbene le autorità non abbiano diramato alcun ordine di evacuazione della zona. Gli scienziati hanno allertato i turisti raccomandando di mantenersi a una distanza minima di 4 chilometri dal cratere del vulcano, alto oltre 3mila metri. L’aeroporto internazionale di Ngurah Rai è rimasto aperto e operativo, come ha confermato il portavoce Arie Ahsanurrohim. Sembra infatti che la nube di fumo non abbia raggiunto il distretto di Denpasar.
Bali, allerta per il vulcano Agung
A fine settembre, oltre 140mila persone hanno abbandonato l’area circostante il vulcano dopo che gli esperti hanno elevato lo status di allerta portandolo al livello più alto. Gli scienziati temevano infatti un’eruzione imminente che avrebbe provocato gravi danni alla regione. Due settimane dopo, l’allarme è rientrato e gli sfollati hanno fatto ritorno alle proprie abitazioni. Gli abitanti dell’isola sono consapevoli della forza distruttiva del vulcano. Nel 1963 un’eruzione del monte Agung ha ucciso 1100 persone. L’Indonesia si trova su quella che viene definita dagli esperti come “la cintura di fuoco“. Si tratta di un’aera, che si estende dall’emisfero boreale fino al Giappone e al sud-est asiatico, caratterizzata dall’incontro di diverse faglie nella crosta terrestre. Da questo deriva l’elevata frequenza di fenomeni sismici e la presenza di numerosi vulcani (oltre 120 nella sola Indonesia).
