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Usa, gas lacrimogeni sui migranti al confine

Usa, lacrimogeni su migranti

3 raffiche di gas lacrimogeni sui 150 migranti, tra loro molte donne e bambini, oltre a reporter. "Eravamo venuti in pace", racconta un migrante.

Circa 150 migranti sono stati assaliti da gas lacrimogeni al confine con gli Stati Uniti. Tra loro molte donne e bambini, oltre a reporter. La polizia di frontiera ha sostenuto che l’arma era indirizzato a chi lanciava pietre per impedire agli agenti di aiutare i bambini che stavano oltrepassando la recinzione. 25 persone sono stati arrestati, fra cui due minori. “Eravamo venuti in pace”, racconta un migrante.

Lacrimogeni sui migranti al confine Usa

Un nuovo anno iniziato non all’insegna della pace e della speranza. Un centinaio di migranti partiti dall’Ecuador sono arrivati a Tijuana, in Messico al confine con gli Stati Uniti. Lì sono stati fermati e respinti dalle Guardie di confine americane. Tra i 150 migranti c’erano anche donne e bambini, oltre ad alcuni reporter che si trovavano sul luogo per documentare quanto accade in quella linea di terra. Un comunicato delle autorità americane afferma che i migranti hanno tentato di oltrepassare il filo spinato avvolti in giacche pesanti, coperte e tappetini di gomma, issando oltre il confine i bambini più piccoli. I gas lacrimogeni sarebbero stati sparati a raffiche almeno tre volte, ma la polizia di frontiera ha sostenuto che l’arma era indirizzato a chi lanciava pietre per impedire agli agenti di aiutare i bambini che stavano oltrepassando la recinzione. 25 migranti sono stati arrestati, fra cui due minori, altri sono tornati indietro.

“Eravamo venuti in pace”

Sono 376 i migranti morti nel 2018 nel tentativo di entrare illegalmente negli Stati Uniti. E’ un dato riportato dal gruppo International Organization for Migration’s Missing Migrant Projec, il quale registra i decessi di migranti, inclusi rifugiati e richiedenti asilo, sulle rotte migratorie in tutto il mondo. Diversi i migranti hanno raccontato al Los Angeles Times di essere venuti al confine dopo settimane di frustrante attesa nel campo di accoglienza messicano di El Barretal. Uno di loro racconta: “Non mi piace la violenza di chi lancia pietre. La maggioranza della gente è venuta in pace. Il nostro obiettivo era di avanzare pacificamente”. Parlando del fumo dei lacrimogeni, aggiunge: “era molto forte, era dappertutto. La gente piangeva. Anche le donne e i bambini”.