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Irina, stuprata e uccisa a 29 anni da passeggero BlaBlaCar

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Irina, ragazza di 29 originaria di Mosca, ha pubblicato un annuncio sul portale BlaBlaCar per condividere le spese da mosca a Tula.

Si era messa in viaggio da Mosca a Tula per raggiungere la famiglia, ma Irina Akhmatova, 29enne madre di una bambina di otto anni e direttore di due Burger King a Mosca, non è mai arrivata a destinazione. La giovane donna aveva messo un annuncio sul portale BlaBlaCar, cercando qualcuno con cui condividere le spese per il viaggio tral le due città, distanti all’incirca 180Km. Purtroppo per lei, a rispondere all’annuncio ha trovato Vitaly Chikirev, un ex militare 39nne con un passato nelle forze speciali e con precedenti per rapina e violenza sessuale. L’uomo, attraverso dei falsi profili, ha fatto in modo di prenotare tutti i posti messi a disposizione dalla 29enne, riuscendo così a mettersi in viaggio da solo con lei. Poco dopo la partenza l’aggressione. L’ex militare la ha prima stuprata e poi uccisa, per poi disfarsi del cadavere abbandonandolo in una zona boschiva.

L’assassino, per racimolare un po’ di soldi, ha poi cercato di rivendere l’Audi A4 di proprietà della vittima. Scoprendo così che la Polizia era alla ricerca della ragazza. Polizia che lo ha fermato, e a cui dopo poco ha confessato l’omicidio. Indicando la posizione in cui si era liberato del corpo di Irina, consentendone così il recupero.

L’identità dell’aggressore

Dalle indagini sull’aggressore, è emerso che Vitaly, divorziato e con quattro figli avuti da tre donne diverse, aveva recentemente pubblicato un annuncio matrimoniale. Con il quale faceva sapere di essere alla ricerca di “Una nuova moglie con un buon reddito, di età tra i 18 e i 27 anni, di almeno 170Cm di altezza, con una dimensione della coppa del seno non inferiore alla B, che si prenda cura di stessa”. L’annuncio proseguiva quindi elencando le doti dell’uomo ora assicurato alla giustizia russa. “Non fumo né bevo alcolici, so come ispirare una donna a guadagnare denaro. Prometto amore, sesso, cura, conforto e ispirazione”. Vitaly proseguiva poi avvertendo di non volere messaggi da donne “Povere, che vivono con la madre, che non posseggono un appartamento, che sono grasse o vecchie, che non riescono a trovare un uomo, le femministe”, e, per fugare ogni dubbio, “Le lesbiche”.